Paolo Belli: «Ecco la mia quarantena funky. Brano e show per riabbracciarci»

Paolo Belli: «Ecco la mia quarantena funky. Brano e show per riabbracciarci»

di Rita Vecchio
E' con un “buonasera bella gente come va?” che Paolo Belli riparte. Due minuti di buonumore ai tempi del Covid con la versione funky di “Ci baciamo tutta la notte”. Era la sigla di “Torno sabato”, il programma di Giorgio Panariello con la partecipazione del cantautore di Carpi che diventa un inno di speranza, insieme allo show sui social di Belli a casa durante la quarantena. 
Voglia di riappropriarsi della sua musica in queste settimane di stop e dopo l’annullamento dei Ballando con le stelle su Rai 1 per ovvi motivi di pandemia.

Mai fermarsi
«Dopo essersi visti tutte le serie tv, dopo avere riletto tutti i libri della propria libreria, passato il periodo in cui non ero proprio dell’umore, ho deciso di comunicare con quello che mi viene meglio. Con la musica. Era la gente che me lo richiedeva. E la radio ha iniziato a trasmetterla sempre di più».

E ha premuto il tasto play alla sua creatività
«Sì, dopo avere mandato tutti i vari compitini ai miei musicisti, comprese le immagini da girare in casa per il video».

L’hanno odiata? 
«Non glielo ho chiesto, ma secondo me, sì (ride, ndr). Credo sia servito per togliersi questa tristezza. Sono uno che guarda il bicchiere mezzo pieno, per cui nel video ho giocato come fosse cartone animato. Il brano, “Ci baciamo tutta la notte” mi ronzava nella testa, immaginando la prima cosa che farò dopo: abbracciare e baciare mia moglie».

E lo show?
«Volevo esprimermi. Ho chiamato Duccio Forzano (regista di Sanremo, Baglioni) e Alberto Di Risio (autore di Fiorello tra gli altri) ed ecco che prende forma “Belli a casa”. Uno show libero, senza orario fisso, senza durata stabilita, dove chiacchieriamo, svisceriamo temi, cantiamo. Tanti ospiti, da Panariello a Magalli. Domani ci sarà Mario Biondi. Tutto da casa».

Difficile spiegare che la musica è un lavoro?
«Paghiamo le tasse e dobbiamo avere gli stessi diritti delle altre categorie. Pensiamo se la musica non suonasse più. Ricordo quello che mi disse un medico un giorno: noi curiamo il corpo e voi musicisti l’anima. Ha ragione». 

Ha pensato a Ladri di Bicicletta reunion? 
«No. È come un amore che finisce e di cui resta solo una bella amicizia».

E al Festival di Sanremo?
«Fino a qualche mese fa, avrei risposto no. In queste settimane ho scritto tanto. Per cui, le rispondo magari sì. Con Sanremo ho un debito. Nel 1989 mi ha cambiato la vita». 
Ultimo aggiornamento: Venerdì 8 Maggio 2020, 14:53
© RIPRODUZIONE RISERVATA