Nomadi, il nuovo album "Solo esseri umani": «Omaggio ad Augusto Daolio, un disco di valori, amore vita». E canta anche Enzo Iacchetti

Nomadi, il nuovo album "Solo esseri umani": «Un omaggio ad Augusto Daolio, un disco di valori, amore vita»

di Ferruccio Gattuso

Il mondo cambia, corre e rallenta, assume nuove abitudini e, di questi tempi, perde qualche speranza. Loro invece sono i Nomadi e, a dispetto del nome, non si muovono di un millimetro: sui valori, su cosa debba essere la musica e sul potersi permettere di “essere fuori moda”. C’è un nuovo album – “Solo esseri umani” (Bmg), il 36esimo fatto in studio, in uscita oggi (23 aprile 2021) – che ancora una volta dimostra tutto questo. Lo racconta Beppe Carletti , anima dei Nomadi.


Undici tracce e un sottotitolo che scandisce tre parole: Valori, Amore e Vita. Sono sempre la bussola dei Nomadi?
«Certo, tanto più per questo disco che abbiamo realizzato dopo un’estate un po’ crudele a illuderci».


Sembrava si potesse tornare alla normalità.
«Sì, noi eravamo riusciti a realizzare sedici serate. Intanto raccoglievamo le idee di quanto scritto durante la difficile primavera 2020».


Come ha passato quel primo lockdown?
«In casa a leggere e, soprattutto, a buttarmi sul pianoforte, a studiare. Alla seconda chiusura, invece, c’era più stanchezza psicologica».


Quando ha preso forma il disco?
«A fine estate siamo entrati in studio a Reggio Emilia, poi si è richiuso tutto e ci siamo trovati in una situazione strana: preoccupati per il futuro dei live, ma animati dalla voglia di suonare.

Sono state prove e registrazioni di assoluto divertimento e positività».


Il singolo di lancio “Frasi nel fuoco” punta su ritmi celtici e energia: un manifesto di ripresa?
«Proprio così: vogliamo dire a tutti che è ora di ritornare alla vita. Anche il videoclip, con musiciste e artiste circensi donne, ne è un simbolo».


La vostra sonorità è chiara e genuina: cosa ne pensa della scena musicale attuale?
«Le generazioni indubbiamente cambiano, ma non riesco a rassegnarmi a quest’epoca di canzoni usa e getta, poco suonate. Penso a quando iniziai a girare l’Italia nel 1963: volevo solo suonare su un palco, non pensavo ai dischi. Era fame di musica suonata. Ancora oggi mi definisco un orchestrante».


Un brano interpretato con Enzo Iacchetti e uno dedicato a Augusto Daolio. Come sono nati?
«Partiamo da Enzo: siamo amici da un po’. Solo esseri umani è la canzone più teatrale del disco, e lui era perfetto, anche per il testo, un’invocazione alla gente sul senso della vita. Quanto ad Augusto, da tempo pensavamo a dedicargli una canzone. Non sai mai perché ti decidi alla fine, ed è uscita Il segno del fuoriclasse».
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Ultimo aggiornamento: Venerdì 23 Aprile 2021, 10:35
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