Nesli e il nuovo disco: «La mia guerra è finita, ora Vengo in pace»
di Ferro Cosentini
Con gli 11 brani di Vengo in pace, conclusione di una trilogia cominciata con Andrà tutto bene (2015) e proseguita con Kill Karma (2016), il rapper marchigiano fa slalom tra sonorità elettroniche e più tradizionali (persino le chitarre acustiche) raccontando di bullismo (Immagini) e persino di un paese che ama (Viva la vita): «Lo so che nell’era dei voli low cost e dei viaggi lontani esibiti nei social potrei fare la figura dello sfigato, ma quando gli amici mi propongono un viaggio, io preferisco sempre l’Italia, i suoi luoghi, il suo cibo. Adoro la mia terra, per colori, odori e sapori». A proposito dei social, la guerra là fuori è dura: «Il web ci ha dato comodità ma anche nuovi pericoli, ad esempio il bullismo su rete genera nuove ansie e patologie. Quanto a Facebook e Instagram, ci sono arrivato per ultimo, ma è la mia indole: diffido e studio bene la cosa, poi mi ci butto».
Il mondo però corre: «I testi dei giovani trapper parlano di cose che nemmeno capisco, dico la verità: ogni anno di oggi vale cinque di ieri». Ma niente stress: «Ho scelto questo mestiere per evitare la pressione, al contrario di molti miei colleghi che la amano. Ho fatto tre Sanremo, un privilegio per pochi, ho rischiato anche partecipando a MasterChef, ma evitando pressioni». Ci sono, invece, ma lui li chiama stimoli: il tour di Nesli prende il via il 21 marzo dal club Largo Venue di Roma, il giorno prima dell’uscita del disco: «Mi piace l’idea che i pezzi non si conoscano ancora, così testo la reazione della gente. Per me è uno stimolo artistico». In estate, toccherà alle piazze.
Ultimo aggiornamento: Mercoledì 20 Marzo 2019, 20:12
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