I Negramaro tornano con l'album "Contatto": «Siamo in un imbuto ma vogliamo recuperare la voglia di sognare»

A "Contatto" con i Negramaro, il nuovo album: «Siamo in un imbuto ma vogliamo recuperare la voglia di sognare»

di Rita Vecchio

MILANO - È pieno di speranza, Contatto, l'album che esce oggi dei Negramaro. Iniziato in tempi non sospetti. E finito di registrare in casa durante il lockdown. Giuliano Sangiorgi, Emanuele Lele Spedicato, Andrea De Rocco, Danilo Tasco, Andrea Mariano, Ermanno Carlà, che l'anno prossimo festeggeranno vent'anni dalla loro prima volta insieme (scoperti da Caterina Caselli), si considerano oramai «sei fratelli». Dodici tracce, anticipate dal singolo omonimo (da tre settimane in vetta alle classifiche) e dall'evento speciale di ieri sera in diretta streaming in una struttura creata apposta in un capannone alla periferia di Milano.

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Un disco contro la paura, positivo, nonostante i temi trattati (amore, mare, migranti, divisioni, le voci dei Black lives matter). «È un momento planetario inaspettato: contatto è una parola che mette tutta l'umanità dentro questo imbuto di pandemia che ingoia. Dobbiamo recuperare il sogno di riuscire a farcela. E oggi ha un significato ancora più bello».


Parola attuale.
«Ma non paracula. Mi sono posto il problema che potesse sembrarlo, ma ne sono fregato. Questa canzone è nata un anno e mezzo fa. Adesso è la parola più sognata dalle persone. Sono fiducioso anche quando tratto dei migranti, della mia crisi, delle debolezze. Non mi vergogno a dire che dopo l'ultimo tour, e mentre Lele (il chitarrista del gruppo, ndr) era in ospedale, sono stato male. Mi sono rotto di dovere scegliere alla Shakespeare se essere uomo o essere cantante. Io sono entrambi e voglio dire la verità».


C'è una scena che l'ha ispirata al tema dei migranti?
«È la maglietta rossa che un padre metteva al figlio, certo che sarebbe servita a quel bambino per farlo ritrovare in mare. Mi scrivessero pure post come apri le tue ville, non mi interessa. So scrivere canzoni e voglio usarle per dire quello che penso. I post sui social sono armi del secolo che un pinco pallino official usa per offendere. Vedere questa guerra è terribile. Ho fiducia negli esseri umani.

Il mio post è qua (e approfitto per citare i Pooh e ricordare al mio amico Stefano d'Orazio), con le canzoni».


Ha fiducia anche nella politica?
«Non in quella dellio posso fare tutto, dal barista al presidente del Consiglio. Bisogna studiare. Bisogna andare a scuola. Il politico deve fare politica e avere i mezzi per sapermi indirizzare».


E la musica?
«Vorrei che la politica considerasse arte, letteratura, musica non come beni di lusso, ma come necessità. L'anima senza cultura è solo un corpo e nulla più. La mia provocazione? Se tra due anni siamo ancora così, cambio mestiere. La politica deve intervenire seriamente. Adesso. I live sono cose vere».


Nel disco, dal duetto con Madame all'omaggio a Lucio Dalla.
«Generazioni a confronto. Noi apparteniamo agli anni 80 come all'urban, al rap, alla trap. Le due figure di Anna e Marco non possono non esserci in un disco che combatte chi demonizza la diversità. Lucio è una leggenda e le leggende per me hanno l'odore di incenso di santi. E quando l'altra sera, mentre cucinavo una carbonara di mare per Samuele Bersani e la manager storica di Dalla, ho scoperto che veniva a Bologna ai nostri concerti, sono stato muto tutta la sera».


E l'omaggio a Morricone?
«Il brano Dalle mie parti è una casualità. Abbiamo registrato al Forum Music Village dove registrava lui, con il suo primo violino, Prisca. Grande maestro. Grande emozione. Mi disse che ero pucciniano. Come lo diceva pure padre grazie al quale ho scoperto Gershwin e la musica classica. Tutto torna».

IL DISCO

Dodici inni alla speranza tra 80's e scat

“Contatto” è il decimo album dei Negramaro. Dodici tracce (Sugarmusic), concept di temi e parole che hanno un filo comune: la speranza. Dalla prima, “Noi resteremo in piedi”, una stand up song che chiude con le voce dei Black Lives Matter, e che trascina fino all’ultima “Dalle mie parti”, con una lunga coda orchestrale arrangiata da Stefano Nanni che dirige l’Orchestra Roma Sinfonietta del maestro Ennio Morricone. Suoni anni 80, progressive fino ai vocalizzi scat omaggio a Lucio Dalla in “La terra di nessuno”.
La voce di Giuliano Sangiorgi e il suono della band sono il valore aggiunto. In copertina, l’immagine stilizzata di una farfalla con quattro umanoidi su un fondale rosso in 3D.


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Ultimo aggiornamento: Venerdì 13 Novembre 2020, 19:10
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