Morto Stefano D'Orazio, Red Canzian: «I suoi testi erano sinceri come lui»

Red Canzian: «I suoi testi erano sinceri come lui»

di Andrea Andrei

La voce di Red Canzian, storico bassista dei Pooh fin dal 1973, quando entrò nella band per sostituire Riccardo Fogli, è quella di un uomo che non riesce a spiegarsi cosa sia appena accaduto. «Mi sembra di raccontare un film che non avrei mai pensato di vedere. Stefano era come un fratello per me. Sono sconvolto».


Ci racconti questi ultimi giorni.
«È stato un altalenarsi di notizie. Una settimana fa era risultato positivo al Covid. Lo hanno ricoverato. Eravamo preoccupati, ma non avremmo mai pensato che sarebbe potuta finire così. Solo ieri pomeriggio avevamo tirato un sospiro di sollievo, ci avevano detto che stava reagendo bene alle cure, che respirava meglio. Poi in serata la situazione è precipitata. È stato come una martellata. Sua moglie non lo ha nemmeno potuto vedere».


Quando lo ha sentito l'ultima volta?
«Ci siamo sentiti per il suo 72esimo compleanno, il 12 settembre. Stavamo lavorando a un progetto editoriale. A giugno era venuto a trovarmi a Milano perché volevo che partecipasse a un mio spettacolo in cui avremmo fatto un duetto virtuale. Lo avremmo dovuto fare appena rientrata l'emergenza per questo stramaledetto virus. Lo stesso che se l'è portato via. E pensare che insieme a Roby (Facchinetti, ndr) avevano appena scritto Rinascerò rinascerai, proprio per raccogliere fondi per fronteggiare l'emergenza».

Voi due eravate particolarmente affiatati, nei Pooh.
«Assolutamente.

Eravamo il braccio armato della band, quelli che amavano fare i botti, come si dice, i giochi di luce, lo spettacolo, i fuochi d'artificio. Ci inventavamo di tutto. Ho diviso il palco con lui per oltre 40 anni, e non solo. È stato anche il testimone della mia storia d'amore con mia moglie».

C'è un ricordo a cui è particolarmente legato?
«Una sera avevamo appena finito di ascoltare un pezzo che avevo scritto. Stavamo appoggiati alla macchina, in mezzo alla nebbia bergamasca. Ci mettemmo a parlare, gli raccontai che ero in difficoltà, che mi stavo separando, ma anche del mio rapporto con Bea, che poi sarebbe diventata mia moglie. Rimanemmo lì più di un'ora. La mattina dopo si presentò con il testo di Stare senza di te, forse una delle più belle canzoni dei Pooh. Era riuscito a fare una fotografia così sincera di quel momento, con tale semplicità. Ecco, Stefano era questo: una persona sincera, buona, perbene. La musica ha perso un artista importante. Tutti noi l'abbiamo perso. Io, poi, ho perso un pezzo di vita».

State pensando, con gli altri ex membri della band, di omaggiarlo in qualche modo?
«Stefano è stato il primo, nel 2009, a capire che i Pooh avevano detto tutto. Quindi non faremo nulla insieme, per rispetto suo e delle sue scelte. Era una persona onesta. L'ha sempre dimostrato».


Ultimo aggiornamento: Sabato 7 Novembre 2020, 06:35
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