Mogol «arruolato» dal ministro Sangiuliano: «Sarò consigliere del governo per la cultura pop»

Una nomina, che svolgerà a titolo gratuito, che lo porterà ad occuparsi di iniziative di promozione della «cultura popolare»

Mogol «arruolato» dal ministro Sangiuliano: «Sarò consigliere del governo per la cultura pop»

di Redazione Web

Per decenni gli sono state attribuite simpatie per la destra, un caso abbastanza raro nel panorama cantautorale italiano che, soprattutto a cavallo tra gli anni '60 e '70, sembrava essere appannaggio della canzone impegnata e di protesta, ma a sinistra. Ora Giulio Rapetti Mogol è stato chiamato come «consigliere» dal ministro Gennaro Sangiuliano: una nomina, che svolgerà a titolo gratuito, che lo porterà ad occuparsi di iniziative di promozione della «cultura popolare».

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Il suo impegno

 

E che si affianca al suo impegno nel Cet, l'associazione che ha fondato proprio per riqualificare la musica pop e sensibilizzare sull'importanza della cultura popolare, e al suo ruolo di presidente onorario della Siae.

Si tratta di un riconoscimento che arriva da un governo di centro-destra, o destra-centro, e che sembrerebbe dare una risposta agli annosi interrogativi sullo schieramento in cui collocare politicamente il sodalizio musicale con Lucio Battisti. Domande da cui tante volte l'autore dei testi che hanno fatto la storia della musica leggera italiana aveva provato a smarcarsi, sostenendo di essere entrambi, sia lui, sia Battisti «disinteressati» al tema.

La politica

«Non ho cambiato idea rispetto a quello che è il mio interesse verso la politica: non credo ai partiti ma alle persone, alle persone che dimostrano di essere fattive. E se mi chiede di Giorgia Meloni le rispondo che ne penso bene, che è una persona, una donna, volitiva e competente, studiosa e con la grinta giusta per portare avanti il compito che si è data». Insomma, «non sono disinteressato alla politica, mi interessano le persone: le mie idee si basano sulla valutazione di chi dice le cose che condivido» spiega all'Ansa.

Il nuovo incarico

Anche rispetto al suo nuovo incarico, Mogol, che inorridisce quando viene chiamato «paroliere» e ribadisce di vuole essere definito «autore» («io vi chiamo giornalisti, mica giornalai»), ha idee molto chiare: «Sono consigliere per la musica e dunque cercheremo di fare il possibile per contribuire ad un miglioramento della produzione». La sua idea è netta: «è dalla cultura pop che dipende l'accrescimento anche culturale delle persone: se la cultura popolare è evoluta, la gente che impara a memoria i testi delle canzoni, ha la possibilità di nutrirsi di concetti più elevati». Insomma, aggiunge Mogol, che dal 2006 è stato autorizzato per decreto ad aggiungere, lui e i suoi discendenti, il suo noto pseudonimo al cognome, «la cosa principale non è inseguire la massa, rincorrere le visualizzazioni sui social, ma cercare la competenza, valutare il bello». Sanremo non le è piaciuto? «Non l'ho visto, però da quel che ho sentito non mi è sembrato ci fosse grande qualità. È stato un festival che ha giocato più sull'attrattiva dello spettacolo in sé».


Ultimo aggiornamento: Giovedì 23 Febbraio 2023, 21:36
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