Roma, concerti nelle carceri: al via il progetto pilota. Si comincia martedì 23

Concerti nelle carceri, al via il progetto pilota. Si comincia martedì 23

di Michela Poi
Una nota per riacquistare la libertà. Dal 23 luglio la musica riempirà le celle dei penitenziari di Lazio e dintorni grazie al progetto «La mia libertà. Note in carcere», promosso dal vicepresidente del Consiglio regionale del Lazio Giuseppe Cangemi e realizzato insieme all'agenzia Joe&Joe. Obiettivo: insegnare la musica ai detenuti per dare loro la possibilità di rieducarsi. Un'iniziativa che è stata possibile solo grazie alla collaborazione di artisti del calibro di Dolcenera, Enrico Ruggeri, Paolo Vallesi e il duo Marcello Cirillo-Mario Zamma.

«Il progetto è intitolato come la canzone di Franco Califano - ha spiegato il vicepresidente Cangemi - e nasce proprio da un'idea del cantautore romano. Lui era molto sensibile al tema della detenzione, e aveva espresso più volte il desiderio, prima di lasciarci, di lavorare a un progetto che portasse la musica nelle carceri del Lazio». Una possibilità, questa, davvero preziosa per chi si trova chiuso in cella. Un'esperienza formativa utile soprattutto nella delicata fase di rieducazione.

Si partirà il 23 luglio alle ore 19 dalla sezione femminile del carcere di Rebibbia, per poi spostarsi a Velletri (25 luglio, ore 14) e a Regina Coeli (29 luglio, ore 10). «Un'idea che - si augura Cangemi - spero possa essere replicata anche nelle strutture penitenziarie delle altre province del Lazio».
A settembre, la chiusura estiva sarà affidata a Dolcenera (4 settembre, ore 17), protagonista sul palco di Rebibbia Nuovo Complesso e ad Enrico Ruggeri, che suonerà i suoi cavalli di battaglia per i detenuti della casa circondariale di Civitavecchia.

Tema, quello della rieducazione dei detenuti e delle loro condizioni all'interno dei penitenziari, sempre caldo. Dal 2018, secondo fonti nazionali, in carcere sono morte 148 persone. Tra queste, 67 si sono suicidate. E nel 2019 il bilancio non è migliore: sono stati 60 i morti, tra cui 20 suicidi.
«La musica, come il teatro e lo sport - ha concluso Cangemi - possono infatti contribuire al processo di rieducazione dei detenuti, e per questo sono grato agli artisti che, con grande sensibilità, hanno accettato di partecipare».
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Ultimo aggiornamento: Giovedì 18 Luglio 2019, 11:20
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