Paolo Belli, emozionato a rivedere un concerto come quello di Barcellona?
«Tantissimo, questi eventi ci mancano come l'aria, sono ossigeno per l'anima. Ne parlavo proprio con il mio amico Marco Masini. È un fatto di vita».
Quindi non è irrealizzabile, anche qui in Italia?
«Ma certo, io lo dico dall'anno scorso. Ho il massimo rispetto dei virologi e dei politici che prendono decisioni nell'interesse della salute di tutti. Però sembra che i lavoratori del mondo dello spettacolo siano diventati invisibili, eppure siamo 700.000 persone, con famiglie...».
Vi sentite discriminati?
«Non ci sentiamo diversi dagli altri.
E i tamponi a cinquemila persone?
«Si possono benissimo fare, sarebbero spese ammortizzate dagli introiti del concerto. E le persone potrebbero essere ancora più tranquille sapendo di seguire l'evento nella massima sicurezza».
Riusciremo a farcela almeno questa estate?
«Dobbiamo farcela. Siamo il paese della musica, dovevamo essere i primi a riaprire ai concerti. Invece ci tocca vederlo fare ad altri paesi». (C. Fab.)
Ultimo aggiornamento: Martedì 30 Marzo 2021, 08:09
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