Maxi concerto “prova” a Barcellona: prima il test, poi in 5.000 sotto il palco con le mascherine. Perché non farlo in Italia

Maxi concerto “prova” a Barcellona: prima il test, poi in 5.000 sotto il palco con le mascherine. Perché non farlo in Italia?

di Claudio Fabretti

Mascherine, tamponi e rock'n'roll. La musica dal vivo riparte così. Con un concerto-esperimento al Palau de Sant Jordi di Barcellona, dove la band Love of Lesbian ha suonato davanti a cinquemila persone. Tutti con la mascherina, ma finalmente insieme, ammassati a ballare e cantare sotto un palco, quasi come prima della pandemia, dopo essere stati tutti sottoposti a un test antigenico. Un'iniziativa per verificare se sia possibile svolgere questo genere di eventi in sicurezza, nonostante la pandemia ancora imperversi.

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Un team medico ha supervisionato tutta l'operazione, e il concerto si è potuto svolgere senza incidenti significativi. Dopo il test, musicisti, organizzazione, pubblico e altro personale hanno trasformato il Sant Jordi in una super-bolla di 5.000 persone che hanno potuto vivere l'esperienza live senza mantenere il distanziamento. Soltanto 6 dei 5.000 spettatori sono risultati positivi al Covid-19 e non hanno potuto partecipare. Sono state ammesse solo persone tra i 18 e i 65 anni, registrate con uno smartphone in grado di ricevere i risultati del test, e che hanno acconsentito alla condivisione dei propri dati con il ministero della Salute. Gli ingressi sono stati separati in tre diverse zone, e lo spazio in sala era particolarmente ventilato.

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«Benvenuti in uno dei concerti più commoventi della nostra vita», ha introdotto la serata il frontman del gruppo, Santi Balmes. E forse anche chi non aveva mai sentito neanche nominare questa indie band catalana originaria della piccola Sant Vicenç dels Horts è riuscito, almeno per un attimo, a emozionarsi.

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Un esperimento che pare dunque riuscito e che ora alimenta la speranza dei promotori e del pubblico affinché i grandi eventi tornino a essere una realtà da questa estate. «Possiamo dimostrare che, grazie ai test realizzati in anticipo e all'uso della mascherina, è possibile far sì che non ci siano rischi», ha spiegato Bonaventura Clotet, medico specializzato in malattie infettive dell'ospedale Germans Trias i Pujol di Badalona, in un video pubblicato su Twitter.

«Se qualcuno risultasse positivo dopo il concerto, si attiverebbero i protocolli per rintracciare i contatti stretti», hanno aggiunto gli organizzatori. Barcellona era già stata teatro di un esperimento simile a dicembre, con un pubblico di 500 persone nella sala Apolo. In quel caso, nessuno risultò contagiato. Un concerto con modalità analoghe, invece, si era già tenuto in Olanda nel weekend scorso, per il Lowlands festival, che ha radunato 1.500 persone. Anche in quel caso, tutti i partecipanti si sono sottoposti a tampone antigenico 48 ore prima dell'evento: i 26 risultati positivi non sono stati ammessi.
 

AL BANO APPLAUDE

 «Ripartiamo con i concerti con un pubblico di tamponati e di vaccinati.

E pure mascherati. L'esperimento di Barcellona è una cosa bellissima!» Al Bano promuove a pieni voti il test fatto nella città spagnola con un concerto di 5000 persone, in uno spazio al chiuso senza distanziamento, a previo tampone per tutti. «Ma io per il momento mi accontento pure del concerto con le mascherine. Ma bisogna tornare a fare concerti e ad andare ai concerti», sottolinea Al Bano in un'intervista all'Adnkronos. «Questo virus non si può combattere solo chiudendoci in casa. E non capisco perché quello che è possibile in aereo e in metropolitana non è possibile al cinema, in teatro o in un concerto. Rispettiamo le regole ma usciamo di casa e riprendiamo una vita che assomigli alla normalità, fatta anche di musica e intrattenimento fuori casa. Sennò il virus, come sta già venendo fuori, comincerà a fare tante vittime anche con la depressione dei reclusi», conclude Al Bano. 


Ultimo aggiornamento: Martedì 30 Marzo 2021, 08:09
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