Massimo Ranieri: «La mia sfida? Uno show con ospiti e variante talk. E un nuovo disco in arrivo»

Massimo Ranieri: «La mia sfida? Uno show con ospiti e variante talk. E un nuovo disco in arrivo»

di Totò Rizzo

Un nuovo show televisivo (da stasera 3 dicembre 2020 su Rai3 alle 21.20), un nuovo disco con 17 tracce (12 vecchi successi e 5 inediti) più altri progetti. A dispetto del tempo sospeso della pandemia e dei 70 anagrafici che scoccheranno il prossimo maggio, Massimo Ranieri torna in pista più carico che mai.

LO SHOW TV  Si intitola «Qui e adesso» proprio come il disco. «Non volevo tornare in televisione – confessa Ranieri – per fare il solito spettacolo ma l’idea di farne uno nuovo con elementi tradizionali (la musica, il balletto, gli ospiti) e con qualche innovazione – un tono confidenziale, narrativo, da talk – me l’ha data il direttore di Rai3, Franco Di Mare». Tra gli ospiti Morandi, Nannini, De Gregori, Al Bano, Zero, Gianni Togni, Claudia Gerini, Irama. Registrato al Sistina di Roma: «Perché il palcoscenico è la mia casa e anche se non c’era pubblico ho immaginato quella platea piena. Un modo per dire: noi artisti ci siamo, siamo ancora qui».

I 'CLASSICI' RIVISITATI  Nel nuovo disco 17 brani in tutto fra cui 5 inediti. 12 sono le canzoni che Ranieri ha ripescato dal suo repertorio affidandole alle cure di Gino Vannelli, compositore, cantante e produttore canadese che le ha riarrangiate. Sono canzoni che ebbero anche buon successo – molte scritte dalla “trimurti” autorale che accompagnava l’artista napoletano dai suoi esordi: Polito, Savio e Bigazzi – «ma di cui avevo trascurato la promozione tanto che ho maturato nei loro confronti un senso di colpa che con questo disco mi sono finalmente tolto di dosso». Erano i primi anni ’70 e Ranieri era già attratto dal teatro e dal cinema tanto da chiudere con la musica leggera, da divo, a soli 24 anni. Adesso titoli come «Via del Conservatorio», «L’amore è un attimo», «Le braccia dell’amore», «Sogno d’amore», «Quando l’amore diventa poesia», «Ti ruberei» hanno trovato nuova giovinezza tra atmosfere jazz e blues e ritmi tra milonga e merengue.

GLI INEDITI  Da «Siamo uguali», cantato in duo con Vannelli, singolo già in rotazione nelle radio, a «Quando il sogno diventa inutile», il «regalo» che gli fece Aznavour pochi anni prima di morire, da «Un tango per me» a «Una favola d’amore», a «La casa di mille piani»: un Ranieri che vira verso un sound e uno stile decisamente meno classici, più contemporanei in cui conferma profondità interpretativa e vocalità duttile.

«IO E AZNAVOUR» L’inedito del grande artista francese è stato un regalo inatteso. «Ero nella sua villa sulla Costa Azzurra – racconta Ranieri –. Mi stava facendo ascoltare alcune canzoni nuove. A un certo punto mi chiede cosa ne pensi di “Quando un sogno diventa inutile”. “Molto bella”, gli rispondo di getto. “Prendila, è tua, te la regalo”, mi fa. Non me lo sono fatto dire due volte. Non nego che Aznavour è sempre stato la mia fonte di ispirazione, specialmente sulla scena. Mi sarebbe piaciuto duettare con lui all’Olympia, ne avevamo parlato più volte. Però mi ha dato il grande onore di essere ospite di un suo concetto a Piazza San Marco».

IL TEMPO DELLA PANDEMIA «Lo sto vivendo come tutti. Cerco di progettare, di creare, di far volare i pensieri oltre la finestra. Mi sento un privilegiato, penso alle maestranze dello spettacolo che non stanno lavorando, che sono in difficoltà per il mutuo, a tanta gente che ha il problema di tirare avanti giorno per giorno e che non può prendersi nemmeno il pensiero del domani. A Napoli, quando qualcuno chiede “dimmàne, che fai?”, siamo soliti rispondere “dimmàne Di’ ce penza”».

MARADONA, NAPOLI E IL NAPOLI «Ci ha reso felici, ci sembrava un sogno che venisse a giocare da noi, ci ho creduto solo quando l’ho visto sbucare in campo la prima volta dal tunnel degli spogliatoi. Un genio. Come diceva Carmelo Bene, “la partita sta in quei venti minuti in cui lui tocca la palla, il resto è silenzio”. Gattuso? Mi piace, lo stimo molto come uomo e come allenatore, è uno “de panza” come si dice a Roma, ha capito che non c’era più spogliatoio ed ha ricominciato da lì perché è da lì che si costruisce una squadra.

Certo, non ci fosse stato quell’episodio della Asl, oggi forse saremmo primi o avremmo comunque qualche punticino in più».

SANREMO «Tornare in gara? Sono troppo vecchio. Ci tornerei da direttore artistico o da conduttore. Tutti e due i ruoli? Troppa responsabilità. Metti che bocci una bella canzone… Giudicare è compito delicato assai, c’è solo un giudice sopra di noi che non sbaglia mai».

I MITI MUSICALI «Celentano e Modugno. Voi non potete capire cosa fu Adriano per noi a Sanremo: con “24 mila baci” scardinò ogni regola, sconvolse ogni convenzione. Mimmo poi è stato un mito. Quando venne al Festival di Napoli a gareggiare con “Tu si ’na cosa grande” ero ragazzino e durante una prova mi sedetti nella poltrona dietro di lui che in quel momento stava ascoltando la Vanoni alla quale aveva affidato la doppia esecuzione della canzone. E gli sussurravo il motivo nell’orecchio: “Tu si ’na cosa grande pe mme’…”. A un certo punto si girò e mi disse: “A ragazzi’, l’ho capito che canti bene ma io che posso fare?”».

VISCONTI AL MISSAGGIO «Stavamo missando “Via del Conservatorio” che dovevo presentare a “Canzonissima”. Vado al bar e un discografico mi fa: “C’è Visconti che vorrebbe conoscerti”. “A me?”. “A te, ti stima parecchio”. Entro in ansia. Me lo presentano, sudavo freddo. “Sono un suo ammiratore”, mi disse. “Com’è questa nuova canzone? Perché non me la fa ascoltare?”. Lo portammo al missaggio, restò quasi sull’uscio, io e i tecnici terrorizzati. Alla fine, inebetiti, pendevamo dalle sue labbra: “Bravo, Ranieri, questa canzone avrà un grande successo”».

TIZIANO FERRO E «REGINELLA» Dopo Sanremo «avremmo dovuto cantare insieme al San Paolo. Lui fremeva per duettare in una canzone napoletana e cominciò a scegliere: “Anema e core”, “Core ’ngrato”… Gli dissi: “Tizia’, se dobbiamo fare cantare in coro 60mila persone, dobbiamo fare “Reginella”. E poi è tanto tempo che non la canto in un concerto”».

RAPPER & TRAPPER  «È il loro momento, giusto che sia così. Solo che noi cantavamo un amore mano nella mano, a fidanzate che volevamo diventassero le madri dei nostri figli. Loro cantano rabbia, disperazione, anche i rapporti sentimentali sono laceranti. A volte troppo. Comunque Ghali, Achille Lauro e Mahmood mi intrigano parecchio».

I PROGETTI Nel nuovo disco, previsto tra settembre e ottobre, ci saranno solo inediti: uno sarà il famoso brano di Modugno che Ranieri avrebbe dovuto cantare come ospite a Sanremo, l’altro un brano scritto per lui da Ivano Fossati. «E poi vorrei tornare a fare le tournée, riprendere “Il gabbiano” di Cechov con la regia di Sepe. Scartabellando per quest’ultimo disco tra i miei vecchi successi, m’è venuta poi voglia di ripescarne altri: il mio primo Sanremo con “Da bambino”, il mio primo Cantagiro con “Pietà per chi ti ama”…».


Ultimo aggiornamento: Giovedì 3 Dicembre 2020, 11:46
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