Marracash presenta Marrageddon: «Non sarà un'apocalisse, ma un festival fuoco e fiamme che celebra il rap e in cui mi gioco la carta della carriera»

Il rapper irrompe sulla scena con due show, il 23 settembre a Milano e il 30 settembre a Napoli. Sono 70mila i biglietti già venduti. Tanti ospiti che dalle 17 saliranno sul palco. Per ora annunciati Salmo, Fabri Fibra, Guè, Lazza, Geolier, Madame

Marracash presenta Marrageddon: «Non sarà un'apocalisse, ma un festival fuoco e fiamme che celebra il rap e in cui mi gioco la carta della carriera»

di Rita Vecchio

Marracash continua a giocare le sue carte, ne ha fatto un’arte, facendone parte. Ma è nel varcare la soglia, spingendosi oltre quella parte stessa delineata dal rap, che si colloca Marrageddon. Un titolo «da festivalone fuoco e fiamme», che non significa «apocalisse», ma «ricostruzione». Così il “King del rap”, tra i più innovativi della nostra geografia musicale, e per cui i numeri tra platino e vendite sono ben poco rispetto all’audacia di continuare a sperimentare in questo genere, irrompe (nel vero senso della parola) sulla scena, con il suo primo festival rap. Le città prescelte sono Milano e Napoli per due show, rispettivamente il 23 settembre all’Ippodromo Snai La Maura e il 30 settembre all’Ippodromo di Agnano, «irripetibili e unici». Un festival che «era molto più che giusto fare come consacrazione del genere, perfetto per il momento in cui mi trovo io. Mi allettava l’idea di suonare con altri amici e di celebrare con loro l’hip hop. E’ dal Village che non c’è un appuntamento così. Me lo immagino immenso, non come dei live ibridati da altri generi. Non ci sarà elettronica, ma solo rap, e io sarò l’headliner finale». L’orizzonte a cui guarda Marracash è «Travis Scott e Drake» e non il «Beach Party» di Jovanotti. Probabilmente interagirà tra un’esibizione e un’altra, ma di certo, un po’ come a Coachella, «ogni artista avrà il suo spazio che racchiude il meglio di chi, dalle ore 17, salirà sul palco».

 

Nei prossimi mesi saranno svelati ancora nomi e situazioni, della scena storica, ma anche della nuova generazione. Intanto, i primi a figurare in cartellone sono Salmo, Fabri Fibra, Shiva e Paky a Milano. A Napoli, invece, compaiono Lazza, Geolier, Madame, Marra + Guè (in Santeria, il disco firmato da entrambi a quattro mani). E la Vanoni, che di recente gli ha lanciato un «Mi piaci», senza tanti giri di parole? Marracash ci scherza: «Magari arriverà, con qualche sua strofa rap». 

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Marrageddon arriva grazie a «un allineamento di pianeti». E' nel posto giusto, nel momento giusto, dopo un «percorso lungo e irto di ostacoli innegabili» per il rap. «La scena ha dimostrato di essere massiccia, ho sentito diverse volte dire che l'hip hop stava calando, ma al contrario non smette di stare in cima all'attenzione», dice, mentre annuncia che a breve uscirà qualche inedito, «collaborazione con alcuni artisti, alcuni tra quelli che saranno a Marrageddon». 

Ci si aspettava l’annuncio di un live a San Siro, e invece «l’idea non mi attraeva perché non avendo un album nuovo fuori, ho pensato che mi sarebbe piaciuto giocare la famosa carta della carriera: non ho ancora fatto dei live che celebrassero tutto il mio percorso». E non è un caso che la presentazione di Marrageddon sia avvenuta a ridosso del quartiere milanese Barona, luogo in cui Marracash, al secolo Fabio Bartolo Rizzo, nato in Sicilia, si trasferisce con la famiglia, dove  è vissuto e si è mosso artisticamente. Se, almeno per ora, Sanremo è «fantascienza», Marrageddon sarà per lui un modo per mettersi in gioco nella direzione artistica.

Sarà un festival per allargare i confini del rap in territori in cui prima di Marracash non si era ancora fissata la bandierina di conquista. Anche se di conquiste, il genere, ne ha fatte. Si pensi a Marracash stesso che ha vinto la targa Tenco 2022 con “Noi, loro, gli altri”, o a Salmo che è entrato a San Siro. Ci sono voluti almeno tre decenni per fare un Festival rap in Italia, a 50 anni dall’arrivo dell’hip hop. Lo sa bene la sua manager Paola Zukar (una visionaria nel genere): «E’ 30 anni che aspetto: questo Festival è più grande di quanto non avessi immaginato».

Saranno affrontati temi di cui il rapper, attraverso i suoi album, si è fatto portavoce, veicolandoli in modo diretto. Non si sa ancora in che modo saranno «agganciati», se ci sarà interazione con diverse forme artistiche, cortometraggi, visual o altro, ma la salute mentale sarà uno dei temi trattati. «Va tanto di moda oggi, è vero - dice Zukar - Ma noi vogliamo fare qualcosa di veramente sentito». E a proposito dell’attualità e di come la politica affronti temi come questo, Marracash sottolinea che «non è solo questione di uno Stato assente o che può far poco», piuttosto «è la configurazione del mondo occidentale che, tra iper produttività e capitalismo esasperato, identità parallele e fake social, porta la gente a non essere così felice». A stargli a cuore è anche il tema dell’immigrazione. Marracash è reduce da CivicoZero a Torino per Save The Children: «I conti vanno fatti, non si può reprimere un problema pressante che va risolto in modo empatico. Tornando all’hip hop, calandolo in questa dimensione, c'è una seconda generazione che sa parlare tanto di strada più di chi non ha vissuto le stesse problematiche. Esprime rabbia proprio perché ignorata dallo Stato».  

E’ la «necessità» a smuovere l’idea di Marra che Ferdinando Salzano di Friends&Partners, promotore dei due live, definisce come «una nuova sfida» e che, ancor prima dello svelamento della line up ha venduto 70mila biglietti. Vero è che non c’è mai stato momento migliore, per un festival di genere.

Marracash, che nell’ultimo disco rappava «Mi rimane la sensazione che più che un periodo è sbagliata la direzione», qui la direzione l’ha non solo intuita, ma intrapresa. Il viaggio è lungo, tanti gli artisti che saranno comunicati nei prossimi mesi, "and more to be announced", tante le decisioni ancora da prendere. Marrageddon (che potrebbe essere diffuso anche su qualche piattaforma streaming) è oggi un work in progress tutto ancora da definire. Con un sogno: diventare un festival annuale itinerante. Sarebbe un altro pezzetto di conquista.


Ultimo aggiornamento: Sabato 29 Aprile 2023, 15:46
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