Maneskin, Manuel Agnelli: «Ho capito subito che erano dei fenomeni»

Il giudice di “X Factor” che li ha guidati al successo: «Per me sono i Beatles italiani, hanno un’energia unica»

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di Claudio Fabretti

Coach ma anche talent scout. Manuel Agnelli, una vita da guru del rock alternativo nei panni di leader degli Afterhours, ha il merito di aver riconosciuto in tempi non sospetti il vero X Factor nei Måneskin. Damiano David, Victoria De Angelis, Thomas Raggi ed Ethan Torchio: quattro ragazzi che dal quartiere romano di Monteverde si sono presentati a “X Factor 2017”. Dopo aver superato le fasi iniziali del programma con grande successo, si sono classificati al secondo posto. Merito anche del loro coach, che aveva intravisto fin dall’inizio l’enorme potenziale di una band così diversa da quelle che affollavano i palcoscenici dei talent show in quel periodo.

In occasione della prima fase delle Audizioni, lo stesso Manuel fa un appunto sulle capacità del batterista Ethan, che invita a esercitarsi ancora per migliorare il sound delle percussioni del gruppo. “Io vengo dalla Luna” di Caparezza è il brano con cui cercano di ottenere l’agognata sedia al Bootcamp di Livorno: l’esibizione è la prova del fatto che la band è in grado di confrontarsi con qualsiasi tipo di sound, non solo rock ma anche il rap italiano di Caparezza. Agnelli, giudice a cui è affidata la categoria dei Gruppi nell’undicesima stagione di X Factor, è piacevolmente sorpreso non solo dall’abilità tecnica della band, ma soprattutto dalla loro energia trascinante, in grado di conquistare il pubblico del palazzetto tenendo il palco come una Band navigata. Il biglietto di solo andata per gli Home Visit viene presto staccato: Manchester, culla della musica britpop e non solo, è la location scelta da Manuel per decidere i tre gruppi da portare ai Live di X Factor 2017. I Måneskin stravolgono completamente un brano di Ed Sheeran, “You Need Me, I Don’t Need You”, confermando la loro presenza ai Live Show. Da qui un percorso trionfale che porta i Måneskin, di puntata in puntata, verso il traguardo della Finale X Factor, dove verranno sorprendentemente battuti da Lorenzo Licitra, concorrente della categoria Over 25 capitanata da Mara Maionchi.

Ma Agnelli aveva già capito che sarebbero andati lontano: «Ho visto subito il potenziale di una grandissima rock band - ha raccontato il coach - Avevano tutto per sfondare. E il loro percorso è stato privo di incertezze. Arrivano secondi a X Factor, trionfano a Sanremo e Eurovision. E di solito vincere quest’ultimo, fin troppo trash, non ti porta da nessuna parte, vedi ad esempio il caso di Conchita Wurst. Ma loro sono stati capaci di scegliersi i tempi, di cavalcarli, senza pianificare. Dimostrando un istinto mostruoso». 

A una domanda su cosa abbia provato quando Mick Jagger ha ringraziato i Måneskin, Manuel Agnelli ha risposto così: «Mi sono sentito orgoglioso di loro, perché vanno avanti con una grande sicurezza, molto naturali, senza montarsi la testa. Condividere poi il palco con la band più grande del mondo non li ha immobilizzati». E ha aggiunto: «Stanno aprendo un portone, cancellando una discriminazione storica nei confronti del rock nel nostro Paese».
Secondo Agnelli, infatti, l’America è meno “razzista” dal punto di vista musicale: «Se sei bravo, sei bravo: là puoi venire da dove vuoi, l’America sa essere molto accogliente con chi sa fare».

E lancia una frecciata al mercato discografico italiano: «Mi da fastidio il nostro provincialismo. Perché da noi o sei Battiato o sei un tamarro, non c’è il concetto di rock nazionalpopolare e di qualità. I Rolling Stones non sarebbero mai nati qui». I Måneskin, dice Manuel Agnelli, sono stati bravi a gestire il loro successo, a non rimanere schiacciati o intrappolati in certi meccanismi. 

In altre interviste, il loro mentore si spingerà anche più in là arrivando addirittura a definirli «i Beatles italiani». Secondo il frontman degli Afterhours, infatti i Måneskin sono «un gruppo che nasce una volta ogni cento anni e che sta cambiando il costume. Musicalmente ne parleremo tra dieci anni, quando vedremo che cosa hanno combinato». 

E mentre Damiano e compagni calcano i palcoscenici più importanti del mondo, da quello dei Rolling Stones a quello del Coachella Festival, Agnelli resta il loro fan numero uno. Anche riguardo al loro approccio: «Chiunque alla loro età aprendo un concerto dei Rolling Stones si sarebbe bloccato, si sarebbe emozionato così tanto da non essere più se stesso: invece loro riescono a partecipare a cose gigantesche traendone piacere, con uno spirito molto bello. Sono strutturati veramente bene: tanti altri si sarebbero montati la testa, per non parlare del nervosismo e dell’emozione». Un gruppo solidissimo, insomma. A prova di coach.

 

Ultimo aggiornamento: Mercoledì 7 Settembre 2022, 10:22
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