Luca Barbarossa, anima di Radio2 Social Club: «Quando veniva Dalla e chiedeva: che vi canto?»

In onda da 13 anni. "Condurre Sanremo? Non sono un comico e ormai tutti si aspettano show divertenti più che canzoni"

Luca Barbarossa, anima di Radio2 Social Club: «Quando veniva Dalla e chiedeva: che vi canto?»

di Marco Castoro

Luca Barbarossa è una delle voci storiche di Radio2 (e anche un volto, visto che il programma suo e di Andrea Perroni va anche in tv). In questi ultimi giorni ha ospitato, negli studi di via Asiago, Cesare Cremonini, Samuele Bersani e Tommaso Paradiso. Tanta musica per raccontarsi e raccontare le loro diverse anime.


A Radio2 Social Club a quale numero di puntata è arrivato?
«Mamma mia che domanda. Non le ho contate, andiamo in onda da 13 anni, in media ultimamente sono circa 200 l'anno, quindi penso di aver superato quota 1600».


Molto bella la puntata dedicata a Lucio Dalla.
«Siccome andiamo in onda anche su Rai2 e per il decennale dalla scomparsa di Lucio abbiamo messo su uno speciale con alcuni dei suoi live di quando è stato ospite da noi. Persona di grandissima generosità. Molti cantanti al mattino preferiscono non cantare mentre lui come arrivava ci diceva: cosa volete che canto? Volete Caruso? E noi entusiasti di lui».


Barbarossa è uno specialista di duetti.
«Ne ho fatti molti, li ho raccolti anche in un disco Radio Duets. Ho duettato con tanti artisti, ricordo particolarmente il brano Vita quando con Lucio ho dovuto fare Gianni Morandi ed ero emozionatissimo. Facemmo una prova e lui disse che era perfetta. Una seconda esibizione non sarebbe stata migliore».


Ha scritto e pubblicato un romanzo autobiografico Non perderti niente, che cosa in particolare ha voluto raccontare?
«Nessuna pretesa autobiografica.

Mi interessava condividere le cose che mi sono capitate, come quando andammo a Baghdad con Morandi e Mogol, o la canzone per Pavarotti. Ma anche le mie esperienze di quando ero diciottenne e giravo con chitarra e sacco a pelo cantando in strada».


Nella sua carriera c'è qualcosa che cancellerebbe?
«Di sicuro la canzone che si chiama come te, Castoro, il mio soprannome di allora. Stava nel primo album. Comunque adesso con gli anni non la rinnego più».


Come si è sentito quando hanno censurato Roma puttana in Roma spogliata?
«In verità non è stata una censura. Fu il grande direttore artistico Gianni Ravera che mi consigliò di modificare il titolo perché la canzone era un omaggio a Roma e la parolaccia avrebbe confuso il messaggio».


Tornerebbe a Sanremo? Più come cantante o come conduttore?  «

Come comico visto che ormai tutti aspettano il Festival per gli show divertenti più che per le canzoni. Comunque fare il comico è un mestiere davvero difficile. Fiorello è un grande e l'anno scorso senza pubblico è stato un eroe. Comunque a Sanremo ci vai quando hai un progetto. E io nel 2018 con Passame er sale avevo un album in dialetto che se non fossi andato al Festival le radio avrebbero ignorato».
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Ultimo aggiornamento: Venerdì 1 Aprile 2022, 20:12
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