Il disco dei “Capolavori nascosti”, così l’ha voluto chiamare Mogol perché – è questo il mantra che non smette di intonare con passione l’uomo che ha scelto le parole giuste per tutta una vita - «ci sono canzoni che non hanno avuto la notorietà che si meritavano solo perché non hanno avuto promozione». Ecco dunque cos’è “Capolavori nascosti”, l’album ricco di 14 brani (13 riletture e l’inedito “Una storia infinita”) in uscita oggi per Nar International/ Artits First: una rivincita. Sul tempo e su un mondo: «Quello che seleziona e diffonde le canzoni che vengono scritte. Perché serve competenza nello scrivere, ma anche nello scegliere». Insomma, il mondo discografico («ma anche chi sceglie le canzoni per il Festival di Sanremo») si becca una sottintesa reprimenda dal maestro Giulio Rapetti in arte Mogol. Accanto a lui, un divertito Mario Lavezzi, che con Mogol ha costruito una «premiata ditta» fatta di «canzoni che nascono quasi insieme alle parole, perché quando dai la musica a Giulio, lui dopo due ore al massimo ti ha fatto il testo».
Il sublime paroliere ha invece un rimprovero in canna: «Quando davo le parole a Lucio, il giorno dopo le cantava a memoria.
Ultimo aggiornamento: Venerdì 17 Marzo 2023, 08:11
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