La Rappresentante di Lista in tour: «Noi sul palco con il nostro pop contro le ingiustizie»

Il collettivo live a Roma e Milano. Sanremo? «Non ci torneremo»

La Rappresentante di Lista in tour: «Noi sul palco con il nostro pop contro le ingiustizie»

di Rita Vecchio

Un tour che esce dal seminato musicale che siamo abituati a vedere e sentire. D’altronde, La Rappresentante di Lista ha delineato un percorso tutto suo, fin dagli esordi. E cioè, fin dal 2011. Quando Veronica Lucchesi (dalla voce dionisiaca) e Dario Mangiaracina (ottimo polistrumentista) - 35 anni lei, 37 lui - mettono in pista il collettivo, tra i vicoli della Palermo vecchia e il teatro di Emma Dante e Pina Bausch. Il che significa essere fuori dal pentagramma esclusivamente musicale e voglia di non farsi snaturare. Nemmeno dai numeri. Su cui si sono arrampicati salendo gradini della classifica Spotify declamati con il successo a Sanremo (“Amare” nel 2021 e “Ciao Ciao” nel 2022), o con il brano “Attraverso te” nell’ultimo disco di Mengoni - Anche se al prossimo Festival giurano di non volerci metter piede (almeno in gara): «Non torneremo, è un no certo». Reduci anche dalla campagna Durex di raccolta dati sul rapporto tra giovani e l’educazione sessuale, contro discriminazioni e stereotipi, gli 8 appuntamenti di My Mamma – tour club 2022 che li vedrà in scena stasera all’Orion di Roma (luogo che sostituisce la location iniziale dell’Atlantico) e il 21 al Fabrique di Milano, mischiano l’arte in varie forme. «Questo tour è il capitolo che chiude un percorso da cui ne usciamo cresciuti».

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Significa che se attualizziamo il vostro “queer pop”, inserendolo nel nuovo contesto politico, esso ha cambiato fisionomia?
V.: «No, questo no. Il nuovo contesto politico non cambia ciò che siamo o ciò che ci sentiamo in dovere di fare in quanto personaggi pubblici che agiscono per la società».


Quindi in uno spettacolo concerto che punta sulle parole, le vostre identitarie quali sarebbero?
V.: «Resistenza, collettività, insieme all’urgenza del momento».


Ma è vero che il dress code per accedere è “eleganti da morire”?
V.: «Sì.

E arrivano tutti, ognuno a proprio modo, elegantissimi. Noi per primi abbiamo svaligiato armadi e negozi vintage. Un codice con cui si gioca tutti insieme, abbattendo distanze. Noi sul palco, il pubblico sotto al palco. Da bravi teatranti, il costume risponde all’urgenza di cui sopra».


Ma qual è l’urgenza?
D.: «Abbiamo la vocazione di portare alla luce le ingiustizie. Prima lo facevamo senza un obiettivo preciso. Adesso il nostro è un presente ricco, nonostante l’arte e la società debbano fronteggiare un individualismo acceso e lesivo. Sono piccoli esperimenti sociali che superano una scaletta di canzoni autoriferite».


Ma la famosa “fine del mondo” della Rappresentante, c’è stata o no?
D.: «E se la stessimo attraversando?».


Ultimo aggiornamento: Venerdì 25 Novembre 2022, 14:26
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