«”Volevo magia”, un titolo che ci rispecchia. Coerente, tra l’infantile e l’esoterico». I Verdena chiudono il cerchio di una lunga session creativa pubblicando oggi il nuovo disco. Il settimo di una carriera che si avvicina al trentennale artistico, a sette anni dal doppio “Endkadenz”. Numero importante, ricordato in bella vista in copertina con caratteri romani.
«Non sembra siano passati così tanti anni, trascorsi tra nascite di figli e collaborazioni extra Verdena». Il trio formatosi nel 1995 e consolidatosi con il debutto discografico di “Valvonauta”, è sempre qui. «La serenità? Quella è lontana - dicono praticamente all’unisono Alberto Ferrari (voce, chitarra), suo fratello Luca (batteria) e Roberta Sammarelli -. Siamo sempre incazzati, ma anche un po’ rassegati. La vecchiaia (ridono, ndr) ci fa vedere la luce in fondo al tunnel». Tredici brani nuovi su etichetta Capitol Records Italy/Universal Music, alcuni nati anni fa, altri negli ultimi mesi, capeggiati - sia per uscita temporale che per essere traccia numero 1 dell’album - da “Chaise Longue” che fa da vero apripista a “Volevo magia” con il loro rock, quello delle origini, quello che ha disegnato la loro storia, e quello che si è evoluto arrivando fino a qui. Poco tempo fa The Guardian li ha menzionati tra i migliori gruppi rock italiani («Speriamo serva a farci ascoltare anche all’estero, anche se cantare in inglese non è stato finora nelle nostre corde»), partendo dalla band più giovane, i Måneskin, «che sono anche la visione più glam del rock, belli e alla moda.
Ultimo aggiornamento: Venerdì 23 Settembre 2022, 10:54
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Profilo Interessi e notifiche Newsletter Utilità Contattaci
Logout