Grignani, ecco il nuovo disco 'A volte esagero':
"Guai con la giustizia passati, ora voglio dire la mia"

Grignani, ecco il nuovo disco 'A volte esagero': "Guai con la giustizia passati, ora voglio dire la mia"

di Michela Greco
ROMA - A volte esagero. Gianluca Grignani lo dichiara, forte e chiaro, con il nome del nuovo album che esce domani, a tre anni dal precedente Natura umana e qualche settimana dopo una vicenda che l'ha portato sulle pagine dei giornali per motivi non musicali, ma giudiziari. Sembra un titolo di cronaca, ma il musicista lanciato nel 1994 dal successo di Destinazione paradiso, da poco superata la soglia dei 40 anni, giura di voler dire altro.



Grignani, cos'è A volte esagero?

«Uno specchio di quello che vedo, un manifesto della mia generazione che rimanda a Working Class Hero di Lennon e fotografa un momento difficile, senza futuro. Scrivendolo ho pensato a un caro amico che si sveglia tutte le mattine alle 7 per andare a lavorare sui tralicci. Con il disco mi faccio portavoce, a modo mio, della reazione delle persone rispetto a una situazione difficilissima».



In “Non voglio essere un fenomeno” dici «Io nella vita ho qualcosa da dire, io nella vita non sono un bluff...»

«L'attuale premier è più giovane di me e penso che sia arrivato il momento di dire la mia. Mi sono guadagnato questo diritto col sudore, il sangue e a volte le maldicenze. Non voglio fare canzonette, ma essere partecipe della società».



La gestazione del disco è stata lunga...

«Ci ho messo due anni, è stato un lavoro intenso e nomade tra New York, Londra e Roma. Volevo fare una ricerca, in queste canzoni risuonano i Led Zeppelin, i Linkin Park, i Radiohead di Creep.



Dopo 10 dischi e 20 anni di carriera, lo considera un disco “di bilancio”?

«Chi lo ha già ascoltato ha detto che sembra il mio album della maturazione, io penso solo che abbia il sapore di una rinascita. Non mi sono mai chiuso nella gabbia dorata dell'artista, vivo in mezzo alla gente».



Il 16 settembre avrà l'udienza per l'arresto avvenuto a luglio a Riccione...

«Sì, ma sarà solo una formalità, è una storia già chiusa e risolta, in famiglia ne ridiamo. Il punto è che io, per scrivere, vivo, e può capitarmi di incontrare chi mi stressa».
Ultimo aggiornamento: Lunedì 8 Settembre 2014, 11:06
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