Giovanni Allevi: «Cerco un Equilibrio tra la Classica e i giovani»

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di Claudio Fabretti
«Per Natale voglio regalare al pubblico un brano inedito. Lo presenterò in un nuovo Equilibrium Tour formato Christmas». Giovanni Allevi riaccende la sua musica per le feste. Alla guida dell’Orchestra Sinfonica Italiana, si esibirà in una serie di concerti che partirà dal 12 dicembre a La Spezia per approdare a Milano il 19 (Teatro Dal Verme) e a Roma il 26 (Auditorium).
 
 


Allevi, cosa accadrà in questi concerti?
«Ci addentreremo nelle magiche atmosfere del Natale attraverso i classici più amati di sempre, ma ci sarà spazio anche per le mie composizioni».
Sono previsti ospiti?
«Si alterneranno tra un concerto e l’altro giovani musicisti di grandissimo talento, legati alla mia musica: suoneranno e duetteranno con me. Cerco di prolungare la magia dell’Equilibrium Tour, che è stato un successo, anche in Cina e In Giappone».
Per restare in tema di equilibrio: ha appena pubblicato il libro “L’equilibrio della lucertola”...
«In realtà è un inno al disequilibrio. Ho vissuto un periodo di isolamento su un’isola dell’Atlantico, la mattina correvo e incontravo sempre una lucertola. Ero un po’ annebbiato, così ho iniziato a parlare con lei, a manifestarle le mie inquietudini. Ne è nato un dialogo irreale. Il libro raccoglie questo confronto immaginario con la mia lucertola-guru, in chiave filosofica».
Qual è la conclusione?
«Bisogna imparare a perdere l’equilibrio per riuscire a ritrovarlo: è questa la lezione».
C’è poco equilibrio, invece, sui campi di serie A. Il suo inno “O generosa!” viene spesso fischiato...
«Tutto quello che faccio, non so perché, deve sempre dividere. Capita anche con quel brano, che per me resta bellissimo. Se lo fischiano, pazienza, accetto tutto democraticamente. Basta che non mi facciano del male fisico! (ride)».
A proposito di suoi nemici: perché i puristi della Classica ce l’hanno tanto con lei?
«Perché la Classica è una grande tradizione. Ma il compositore - come sostiene Igor Stravinskij - ha sempre il dovere di innovare. Io lo faccio e così mi trovo a combattere con le frange più reazionarie, che si opporranno sempre al cambiamento».
In compenso piace ai giovani...
«Perché loro riescono a cogliere questo rinnovamento come una linfa per far evolvere e proseguire questa nobile tradizione».
Certo, però, quella frase su Jovanotti che ha più ritmo di Beethoven era un po’ provocatoria...
«È stata una semplificazione giornalistica inaccettabile. Sempre perché il mondo accademico vuole farmi apparire arrogante».
Che cosa intendeva dire, invece?
«Volevo sottolineare che la maggior parte della musica preferita dai giovani ha come caratteristica principale il ritmo. E allora mi sono chiesto se nell’ottica del rinnovamento della Classica non si dovesse inserire una ritmica più potente, più vicina alla sensibilità dei ragazzi. Questo è il senso della mia ricerca».
C’è qualcosa che apprezza nel pop-rock?
«Fin da piccolo ho sempre ascoltato solo la Classica. Dalla musica cerco la complessità, l’attesa, le forme dilatate. Fatico, in genere, a trovare queste caratteristiche nel pop-rock: Ma c’è del genio anche in quei generi e li rispetto».
Ultimo aggiornamento: Lunedì 3 Dicembre 2018, 11:05
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