Bach, Mozart e 'O generosa': Allevi con coro
e orchestra all'Auditorium Conciliazione
di Alessandra De Tommasi
Cos'ha di speciale l'evento?
«Lo vivo come una festa, un viaggio incredibile per affondare le dita nei più grandi capolavori, alla radice del nostro dna musicale. E al tempo stesso un esperimento, anche se non so se potrà diventare una tournèe o un disco».
Se fosse un adolescente, parteciperebbe ad un talent?
«È stato da sempre il mio orgoglio non seguire le mode. A vedermi non sembra, ma sono un accademico e il talent non mi sembra affine al mio percorso perché l'esposizione mediatica immediata non si avvicina al concetto che ho dell'arte».
Cos'è l'arte per lei?
«Studio e sacrificio lontano dai riflettori. Prenda Bach e la sua esistenza discreta: ignorato dai contemporanei, si preoccupava solo di scrivere musica, in totale libertà. Che bello!»
Farebbe almeno il giudice?
«Non ho l'attitudine a giudicare: ognuno ha dentro di sé una scintilla e non si devono intralciare le aspirazioni dei giovani. E poi io di tivù ne vedo venti minuti al giorno, al massimo darei un giudizio tecnico, che vada oltre il mi piace/non mi piace».
Come sopravvive alla competizione?
«Relativizzo i giudizi anche quelli negativi».
Sembra troppo bello per essere vero
«E infatti sono seguito da una psicoterapeuta, ho mille paranoie, faccio gli incubi e forse scoppierò all'improvviso, ma la musica mi salva».
Oltre la musica cosa la rilassa? «Non mi rilasso mai, sono sempre agitato».
Adele si è tolto qualche sassolino, a lei capita? «Sono felice per il suo successo, che si sia presa una rivincita. Sarò una delle poche persone al mondo rimaste a non saperlo ma… chi è Adele?».
Ultimo aggiornamento: Mercoledì 13 Gennaio 2016, 09:50
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