Giorgieness: «Vi presento Maledetta. Ho scoperto che è dal dialogo e dalla testa che partono le rivoluzioni»

Giorgieness: «Vi presento Maledetta. Ho scoperto che è dal dialogo e dalla testa che partono le rivoluzioni»

di Rita Vecchio
Una passione nata nella sua cameretta. Tra la musica respirata in famiglia e l’indole che la porta sempre più a scrivere e a comporre. Giorgieness, nickname usato quando era piccola dalla ventottenne di Torino il cui vero nome è Giorgia D’Eraclea, arriva sulle piattaforme digitali con il brano Maledetta. Una gavetta che approda davanti al pubblico per la prima volta nel 2011, poi l’album di debutto, “La Giusta Distanza”, tre anni fa “Siamo Tutti Stanchi” e infine “Nuove regole”, una sorta di re-work con un inedito. «Penso che la musica cresca con la persona che la fa, - racconta Giorgieness - e sono passati quasi dieci anni da quando ho cominciato a scrivere. Avevo trovato nel rock duro, quasi grunge, la giusta forma per quello che provavo: rabbia, amore che travolge e distrugge, dolore, incertezza, il crescere stesso. Negli anni però ho sviluppato un modo diverso di approcciarmi alla vita, non sento più il bisogno di “urlare” per farmi sentire, ho scoperto che è dal dialogo e dalla testa che partono le rivoluzioni». 

E quindi adesso la sua musica come è diventata?  
Dark pop. Una sorta di alternative che sta ai confini. Ma sicuramente pop. Anche il mio approccio alla scrittura è cambiato. Ora è più semplice e profondo. Che parla del ul mondo che vedo, non solo di quello che ho dentro». 

Ed è così il suo nuovo brano? 
Maledetta è il frutto di quello che sono diventata. Il singolo doveva uscire prima ma il lockdown ci ha fermati. Le voci registrate in quarantena con il cellulare, il video creato come fosse un set di una casa di cartone e un piano sequenza con un telefono. Maledetta è figlio di un lavoro di squadra.

Chi è Maledetta?
Potrei essere io o chiunque altro. Maledetta è come ci si sente quando si delude qualcuno con un modo di fare. Quando si è deboli, quando si prende atto del falso mito della coerenza, alibi per restare fermi. Per non fare il salto. É lo stato d’animo di quando ci si scontra con i propri limiti. Le mie canzoni sono tutte autobiografiche. É stata prodotta da Ramiro Levy (voce e chitarra della band brasiliana Selton), Marco Olivi (Ghemon, Ex Otago), e Davide Napoleone (Michele Bravi, Booda, Gaia Gozzi). Il disco uscirà in autunno, ma prima ci saranno sorprese. 

Un consiglio che si porta dietro?
Non avere fretta di fare uscire una musica. Ed è quello che ho fatto. 

Cosa ha tatuato sul braccio?
Una frase di Mariners Apartment Complex di Lana Del Rey: “hanno scambiato la mia gentilezza per debolezza”. Mi capita spesso.

Il sogno di Giorgia?
Duettate con Ligabue. Lo dico sempre, magari legge. E il sogno si avvera.
Ultimo aggiornamento: Lunedì 15 Giugno 2020, 13:08
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