Morto Gino Santercole, la moglie Melù: «Nella notte mi ha detto "Non sai cosa sta accadendo"»

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di Simona Orlando
Se ne è andato nella sua casa romana, per un infarto a 77 anni, Gino Santercole, chitarrista, attore, compositore, autore di brani che hanno fatto la storia della musica italiana. Ex componente de I Ribelli, poi membro del Clan Celentano, ha scritto Una carezza in un pugno, Svalutation, Un bimbo sul leone, Straordinariamente, parte della colonna sonora di ‘Er più’- Storia d’amore e di coltello’ (compresa ‘Solo per amore nun se vive’), i temi di Segni particolari bellissimo, cantò Such a cold night to-night e Yuppi du nell’omonimo film.



Racconta afflitta la moglie Melù: «Quella frase mi rimbomba in testa: ‘Tu non sai cosa sta accadendo’ mi ha detto confuso nella notte. E adesso io non riesco a concepire la mia vita senza di lui. Noi eravamo uguali, una persona sola, da quando ci siamo incontrati abbiamo vissuto ogni momento uniti. Non sono stati 45 anni ma 250, per intensità, e ancora ne avremmo voluti trascorrere insieme. Abbiamo sempre pensato che fosse meglio amarsi da vivi. Mio marito era un artista e forse è stato trattato da morto già troppo tempo fa».

Non vuole fare polemiche, solo dire le cose come stanno. Santercole nacque nel 1940 a Milano, proprio in quella famosa via Gluck, figlio di Rosa Celentano, sorella di Adriano. Un nipote vivace e creativo destinato a vivere all’ombra dello zio, più grande di soli due anni. Entrambi orologiai, folgorati dal rock‘n’roll. Una eredità pesante, nonostante la sua indipendenza artistica e un debutto da solista nel 1964 con il singolo ‘Stella d’argento’.

Sottolinea Melù: «La parentela per noi non è mai stata un problema, sono state semmai voci improprie a fomentare le polemiche. Gino scriveva grandi canzoni e aveva un suo nome e un cognome. Anche in queste ore viene ricordato in quanto ‘nipote di Celentano’, addirittura ‘cognato di Celentano’. Cognato di Celentano non lo è più da 45 anni e credo che oggi meriti rispetto». La prima moglie fu infatti Anna Moroni, sorella di Claudia Mori, ma l’amore della vita lo incontrò sul set a Roma nel 1973, dopo un divorzio, una depressione, la rottura con il Clan. Gli ostacoli sembravano insormontabili e nel 1981 scrisse ‘Adriano ti incendierò’ con un testo di Don Backy, cantata proprio con Celentano a Fantastico 8. Gino confidò in diretta: «Ti volevo scrivere una lettera e non ho trovato la carta, così ho fatto una canzone. Poi credo di non essere stato abbastanza apprezzato come autore. Tu il re, noi i sudditi».

Il cinema è stata un’altra passione di Santercole (ha lavorato con i registi Pietro Germi, Dino Risi, Giuliano Montaldo, Luigi Comencini, Luciano Salce, Mario Monicelli, Ettore Scola), insieme allo sport e alla ristorazione (lui e Melù da anni gestiscono l’Osteria 13 giugno a Roma). Nel 1999 il gran ritorno con il Molleggiato che lo invitò al programma 'Francamente me ne infischio'. Nel 2014 l'ultimo album intitolato "Voglio essere me": «Ci si ricorda delle persone quando muoiono, noi abbiamo lottato affinché ci si ricordasse di loro da vive. Lo abbiamo fatto anche con Gabriella Ferri. L’ultimo disco di Gino aveva avuto ottimi riscontri sulla stampa, ma poi in tv gli chiedevano di andare solo con Celentano. Nelle radio ci hanno chiesto 100.000 euro per tre passaggi. Non era uno che sgomitava per esserci a tutti i costi. Aveva tanta voglia di condividere, era un tipo gioioso, conviviale. D’altronde veniamo da anni in cui si credeva nei gruppi, nello scambio di sentimenti, impulsi e idee. Credo sarebbe felice di un omaggio da parte della gente». I funerali si terranno lunedì 11 giugno alle 14 presso la Chiesa Santa Rosa da Viterbo in Via Santa Giovanna Elisabetta 53. Di fronte casa sua.
Ultimo aggiornamento: Domenica 10 Giugno 2018, 19:07
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