Gigi D’Alessio e i duetti: «Con Noi due la canzone napoletana raddoppia»

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di Rita Vecchio
MILANO - Chi la dura la vince, e mai aforisma fu più giusto per una rivincita. Quella di Gigi D’Alessio. Ci sono voluti 26 milioni di dischi venduti e 27 anni di concerti per abbattere il muro resistente dei no, quelli del pregiudizio - carriera partita da meno 20, come dice lui, passando da chi lo ignorava (nonostante i numeri, un diploma in Conservatorio, il mega concerto alla Radio City Music Hall di New York), a chi non voleva dirigere la sua canzone a Sanremo (c’è stato pure questo), alla critica ostile - per fare un disco consapevole e (finalmente) con duetti dove sono «gli artisti che hanno scelto me». Noi due - l’album di inediti metà in napoletano e metà in italiano che uscirà il 18 ottobre che non a caso in copertina ha “GG” a caratteri cubitali con “l’ombra” del passato in bella vista - è ricco di pop, armonie costruite, rap e trap, e accordi che strizzano l’occhio alla canzone popolare napoletana sì, ma senza cadere nella gabbia della banalità. Con Luchè, con Guè Pequeno, figlio di The Voice, dove tornerebbe a fare il giudice, con Emis Killa, con il brano che è complimento alla Milano da bere, con Giusy Ferreri, e quello “sfida” con Fiorella Mannoia, L’Ammore, «Quando l’ha ascoltata, si è commossa. Se mi aiuti con il napoletano, la canto».
 
 


A proposito della musica napoletana cita la bellezza di Dalla in Caruso: «Mi sento fortunato ad essere napoletano, non mi sento uno sfigato». Assente il duetto con Anna Tatangelo, compagna di vita, «Ovvio, altrimenti ce la cantiamo e ce la suoniamo tra noi. Non vogliamo diventare i nuovi Al Bano e Romina». A chiudere, Non dirgli mai, con London Symphony Orchestra per i 20 anni del brano. A parte il giro negli instore e il tour, D’Alessio sarà dal 29 novembre in prima serata su Rai 1 con Vanessa Incontrada con Vent’anni che siamo italiani e tre live con Nino D’Angelo con la replica di Figli di un Re minore.
Ultimo aggiornamento: Martedì 15 Ottobre 2019, 08:54
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