Gigi D'Alessio: «Io e il rap? Contro di noi lo stesso pregiudizio»

Gigi D'Alessio: «Io e il rap? Contro di noi lo stesso pregiudizio»

di Rita Vecchio
Gigi-rap. D'Alessio prende quindici hit del repertorio di trent'anni di carriera e le reinterpreta, riarragiandole a colpi di rap di Clementino, BoomDaBash, Geolier, J-Ax, Rocco Hunt, LDA (all'anagrafe è suo figlio Luca) e tanti altri artisti del panorama urban contemporaneo. Il titolo del progetto - a quasi un anno dal suo ultimo disco Noi due - è bene augurante: Buongiorno (l'hashtag top tendenza sui social, quasi 500mila visualizzazioni su YouTube e 4milioni su Spotify in pochissime ore), contiene un inedito Vint'anne ed è realizzato senza musicisti. Eccetto lui e il produttore Max D'Ambra.


D'Alessio, cosa è questa svolta rap?

«È l'idea che avevo da un po' che ha preso finalmente forma. Devo dire grazie al fermo obbligato che ci ha costretto ad annullare tour e impegni. Mi piace pensare che la musica sia come una donna nuda. A seconda di come si veste, è romantica, rock, classica. Ma sempre femmina resta. Così la canzone, con la melodia e l'armonia. Io ho solo ristrutturato dei quadri (Sotto le lenzuola, Annarè, Como suena el corazon): ho cambiato la cornice e ho tolto la patina. Ho avuto solo il coraggio di farlo».


Prende il cellulare. Apre Spotify, ed è un continuo aumento di numeri. Quattro milioni in pochissime ore.

«Guardi, al pubblico sta piacendo. Ecco, ci vuole coraggio e voglia di imparare».


È lei che si è avvicinato ai rapper o viceversa?

«Loro hanno dato a me come io ho dato a loro. Ed è tra un messaggino e un altro, che è nato il disco. I rapper hanno subito gli stessi pregiudizi che ho subito io con la musica napoletana. Napoli per me è la madre che mi ha cresciuto, che mi ha aperto le porte del mondo, che mi ha insegnato la vita. Da Napoli sono partito e a Napoli torno, con il concerto allo Stadio San Paolo nel 2021».


Nel disco c'è pure suo figlio Luca, il rapper LDA.

«Sarebbe stato un errore non inserirlo. Ma di certo - glielo ho detto - non lo raccomando con nessuno. Nemmeno con Amadeus, tanto per dire. Deve studiare tanto se vuole fare il musicista e se vuole fare Sanremo se lo deve sudare».


Come li vede i prossimi mesi?

«Spero riprenda la musica live. I virologi invece che stare in tv dovrebbero studiare come farci uscire da questo incubo».


Andrà a Sanremo?
«Per ora no. Ma resta la vetrina musica più importante».

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Ultimo aggiornamento: Lunedì 7 Settembre 2020, 16:51
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