Gianni Morandi: «Chi si ferma è perduto, il plaid può aspettare. Schlein? Ha cantato con me "C'era un ragazzo", canzone contro la guerra»

Esce Evviva!, nuovo album e un tour nei palazzetti per Morandi

Gianni Morandi: «Chi si ferma è perduto, il plaid può aspettare. Schlein? Ha cantato con me "C'era un ragazzo", canzone contro la guerra»

di Rita Vecchio

«Se ti fermi, non riparti più». E’ l’aforisma di Gianni Morandi per il quale «per mettersi seduti con la copertina sulla gambe, c’è tempo». Con la marcia ingranata in quinta, pubblica oggi “Evviva!”. Disco nato «il giorno dell’incidente alla mano», racconta, ricordando l’episodio che risale al marzo 2021. «Ero in ospedale e Jovanotti per distrarmi mi ha mandato “L’Allegria” che, alla faccia del titolo, aveva un testo talmente pieno di parole da non essere facile da cantare. D'altronde sono un rapper, mi rispose». Da qui, 9 tracce (di cui 5 con lui) che viaggiano dalla citazione di “chi ha avuto avuto avuto" di Massimo Ranieri (Evviva!) al musicarello romantico (“Anna della porta accanto”), dalla lettera a un figlio (“Un milione di piccole tempeste”) al brano scritto dal nipote Paolo Antonacci, “Stasera gioco in casa” che chiude l’album ma che fu usato per aprire il tour "domestico" al Teatro Duse di Bologna. 

Sessant’anni di musica, tra incredulità («Mi fa impressione che tante mie canzoni siano cantate pure dai bambini») e ironia. Ironia che è stata carta vincente all’ultimo Festival di Sanremo, spalla istrionica di Amadeus, pronto a qualsiasi cosa, pure a prendere una scopa per spazzare il palco dopo il "rosicidio" di Blanco. Stessa ironia alla presentazione del disco, quando all’Armani di Milano regala ai giornalisti una scopa rossa. «E’ andata talmente bene che ripetere l’esperienza è difficile. E’ più facile che io ci ritorni in gara». 

 

Contento della vittoria di Mengoni e dell’omaggio a Battisti. «Il mio disco esce il giorno prima dell’anniversario della nascita di Dalla e a due da quella di Battisti. Entrambi si chiamavano Lucio, entrambi hanno fatto cose straordinarie. Di Lucio Dalla ricordo quando, al Festival del 1967 (con "Bisogna saper perdere" con The Rokes, ndr), fu convinto a esibirsi subito dopo la morte di Luigi Tenco. Lui ci soffrì molto, ma è la dura legge dello spettacolo di andare comunque avanti. Di Battisti mi è spiaciuto molto quando decise di fermarsi. La parte migliore di noi è non smettere di cantare, anche se sopportare il contorno è un peso. Si pensi a Mina. Battisti mi aveva dato un brano che aveva scritto con Mogol, forse era “Per una lira”, e che io decisi di non cantare». 

Evviva! arriva in un momento interessante della carriera di Morandi. «Cantare belle canzoni e far sorridere. Non so se la musica debba lanciare messaggi, c'è chi può farlo meglio», dice, rispondendo alla domanda su quale deve essere il ruolo tanto discusso dell’artista oggi. «Ho l'esperienza di "C’era un ragazzo" (diventato esempio di inno pacifista, ndr) che si riferiva alla guerra degli americani in Vietnam. Ci fu un’interrogazione parlamentare, la canzone fu cancellata dalle radio. Ricantarla oggi, in tempo di guerra, sarà strano. Ancora più strano se si pensa che ero stato premiato proprio in Russia, e proprio perché era una canzone a favore della pace, contro un popolo che aggrediva un altro popolo. E adesso che le cose si sono capovolte, non si può far finta che la guerra non ci sia». E sull'ultimo duello politico: «Ho conosciuto la Schlein al concerto per l'Ucraina a Bologna un anno fa, e cantammo insieme proprio C’era un ragazzo.

Sono contento ci siano due donne a guidare i due partiti più importanti del Paese». Una carriera di alti e bassi. Il momento più basso negli anni '70, «quando il telefono smise di suonare, quando passai dagli “osanna” al buio», momento che ha la sua risalita con il brano "Uno su mille”, siglato nel 1985. Ed eccolo qui. «Non è uno su mille che ce la fa. Ce la fa chi combatte e non si arrende. Ce la fa chi insiste. Conta il proprio carattere, la propria forza, la propria volontà. E un po’ di fortuna». 

Per il tour con Al Bano e Ranieri, trio che ha fatto la sua prima apparizione un mese fa all’Ariston, c’è da attendere («Al Bano mi ha chiamato per dirmi che “lo scugnizzo” è impegnato in teatro. Gli ho risposto scherzando che c’è tempo, siamo così giovani»). Quello dei palazzetti invece è imminente. E dopo 36 date al Teatro Duse di Bologna con 999 posti tutti sold out ogni sera, Morandi è pronto per il coro di 10mila persone. Il Go Gianni go! Partirà il 10 marzo. Nella data al Forum di Assago (12 marzo) ci sarà Sangiovanni, con cui ha attualizzato con Shablo la storica “Fatti mandare dalla mamma a prendere il latte”, mentre non è certa la presenza di Jovanotti («Lasciamolo stare, deve preparare il nuovo disco»). E un live negli stadi? A San Siro? «Non sono una rockstar (ride, ndr), ma la porta è aperta. Non so se riuscirei. A chi mi aveva proposto i palazzetti, avevo già chiesto: Hai visto la mia carta di identità?». C’è scritto 1944, sì. Ma con un’energia invidiabile.


Ultimo aggiornamento: Sabato 4 Marzo 2023, 21:00
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