Giancane: «Io, la musica e Zerocalcare. La mia colonna sonora? Scrivo quando sto male»

Esce il disco del cantautore romano con le musiche della serie di Zerocalcare

Giancane: «Io, la musica e Zerocalcare. La mia colonna sonora? Scrivo quando sto male»

di Rita Vecchio

Un linguaggio a tratti futurista, per niente banale. È il cantautorato di Giancarlo Barbati, aka Giancane - l'artista romano, 41 anni, ex chitarrista della band Il Muro del canto - che parte dalla sua città, anzi da «dentro il raccordo anulare» ed è catapultato fuori dalla nicchia dell'indie. Sua è la musica della serie Netflix di Zerocalcare, Strappare lungo i bordi, di cui fa parte la quasi omonima sigla, Strappati lungo i bordi e che dal 17 dicembre uscirà in vinile giallo. Una collaborazione la loro nata con il video di Ipocondria (feat. Rancore) e, prima ancora, con Lago che combatte (del duo Assalti frontali e Il muro del canto) e Figli come noi. «È davvero figo».

Zerocalcare: «È una storia autobiografica, tranne il suicidio. Ma chi non ci ha mai pensato?»


Quasi non ci crede?
«È un'esposizione diversa da quella cui sono abituato. A Zerocalcare è piaciuto un mio brano e da lì ho creato la tracklist. Con variazioni sul tema, tipo Strappati lungo i Bordi, Lungo gli 80's, Lungo i Beatles. Con pezzi depressissimi (vedi Emo 10 e Mirko). Ma la serie l'ho vista solo dopo che è uscita».


È la prima colonna sonora?
«Sì.

Ho fatto dei programmi per Discovery, ma come Giancarlo Barbati».


Come convivono Giancarlo e Giancane?
«Giancarlo fa il produttore. Giancane è il cantautore che fa parte di Giancarlo. A volte i due litigano (ride, ndr), ma scrittura e metodo compositivo sono miei. Dentro Giancane c'è il mio background, dagli 883 ai Blink 182, passando per gli irlandesi The Pogues. E comunque restando in Italia, dentro il Raccordo (ride, ndr)».


Un nome con cui scriverebbe?
«Loredana Bertè. So che è realtà utopica» (ride, ndr).


Da produttore a cantautore, il passaggio è stato breve?
«Brevissimo. Quando composi Vecchi di merda mi chiamarono a suonare a un festival a Roma. Mi sono divertito talmente tanto che non ho più smesso. Doveva essere il mio primo e ultimo concerto. Invece è stato il primo di una serie».


Da lì i due dischi da solista, Una vita al top e Ansia e Disagio. Sta lavorando al terzo?
«Sì. E non vedo l'ora di farlo uscire. Sono uno che scrive quasi sempre quando sta male. E questo è un momento buio. Mi piacerebbe tornare alle dinamiche musicali che mi mancano. Ai club. Ai garage. E non fare musica solo per soldi».


E Giancane e Sanremo in che rapporto stanno?
«Di fissa. Non me ne perdo uno. Un giorno ci voglio andare con un pezzo come dico io».
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Ultimo aggiornamento: Venerdì 10 Dicembre 2021, 00:04
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