Ghemon: «Il mio nuovo disco? Scritto nelle stelle. Fotografo l'amore e il sesso, che però si fa meno»

Ghemon: «Il mio nuovo disco? Scritto nelle stelle. Fotografo l'amore e il sesso, che però si fa meno»

di Rita Vecchio
MILANO Se con le scorciatoie si sbanca, lui va controcorrente. Ghemon conosce sulla sua pelle la gavetta. Il cantautore di Avellino - 38 anni e nome vero Gianluca Picariello - muove i dischi tra hip pop, rap, jazz, black, house e funky. Un caleidoscopio, come la sua vita. Una laurea in Giurisprudenza alla LUISS («una delle cose pazze»), gli anni della depressione, quelli della terapia. E la passione verso il suono, che vince su tutto. Esce oggi - per Carosello Records e Artist First, prodotto da Tommaso Colliva - “Scritto nelle stelle”, album nato durante il tour Mezzanotte. «Nonostante il titolo, non è un disco in alto mare», dice in collegamento virtuale. 
Mani ferme sul timone, insomma. 
«Sono contento: rispetto agli altri 5 album, ho spaziato di più tra i generi, dando forma a suoni che prima facevo solo intravedere».
Radio, monologhi, musica… 
«Non mi fermo. Amo l’arte dell’arrangiarmi. Sono versatile: per dire la mia non uso solo la musica». 
Non è un azzardo pubblicare ora?
«Mi piacciono le sfide. Ma non le nascondo che il dubbio c’è stato». 
E sfida sia. Ma niente firma copie... 
«Mi sono adeguato. Sarà online per chi ha già preordinato cd o vinile su www.musicfirst.it. Ci ho messo amore nel disco, non volevo restasse troppo nel cassetto. La gente ha bisogno di distrazione. Ho scritto e recitato su Instagram i monologhi che nascondevano i titoli della tracklist: le persone si sono divertite. Ho girato in casa il video, con i migliori attori sulla piazza: amici, il mio cane Tonino, la figlia di mio cugino Gaetano, la mia fidanzata Giulia, quell’artista incredibile di Teresa de Sio. Mancano solo i figli…». 
Li vorrebbe? 
«L’orologio biologico dice che è tempo». 
Nei testi tanto amore. Bello ma anche quello finito. Fino al sesso che non si fa.
«Le canzoni rimangono appiccicate. Ma non c’è mai rabbia. C’è pure mia madre che dice che siccome in amore bisogna stupire, devo portare Giulia in discoteca. Ho fotografato pure la quotidianità che ti porta a fare meno l’amore».
In che senso?
«La sera si arriva stanchi e si fa meno l’amore. Ma è la quotidianità. Succede a tutti. Ma non si dice. Sono contento di avere scattato la fotografia di un ragazzo adulto in una relazione adulta». 
Pensa mai al dopo? 
«Sempre. Ma questa quarantena cambia. Merito di anni di terapia (ride, ndr). Nella difficoltà ho sempre trovato il modo per cavarmela. Sono fortunato, ma penso a chi non ha un lavoro. Vedi i live». 
Cosa si rimprovera? 
«Di avere i piedi piantati a terra (colpa della gavetta). Dovrei sognare di più».
E allora sogniamo.
«Un concerto a San Siro». 
Con chi vorrebbe lavorare? 
«Elisa. E sicuramente Mahmood, una delle penne rivoluzionarie del pop».
Scatti una fotografia di come è oggi Ghemon. 
«Consapevole, adulto e leggero».
Ultimo aggiornamento: Sabato 25 Aprile 2020, 08:32
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