«Canta che ti passa, ma non passa mai e io sono ancora qui». Da strofa di canzone, a motto. Ed è ancora qui Ghali, nel suo mondo. Musicale, umano, autobiografico. Nel suo terzo disco “Sensazione Ultra” - in uscita oggi per Atlantic Warner/Sto Records - alza l’asticella (lo ripete spesso mentre racconta l’album), prendendosi una rivincita su “Dna” pubblicato alla vigilia del primo lockdown senza seguito dei live.
Allo storico, Ghali Amdouni - nato da genitori tunisini e cresciuto nel quartiere milanese di Baggio, classe 1993 - conta 45 dischi di platino e 13 dischi d’oro, skippando dalla musica alle sfilate di Gucci. I suoi riferimenti restano Michael Jackson e Stromae, e «la “nuova Italia” che sgomita per crearsi uno spazio. Sono fan della nuova generazione. Ho sempre pensato che l’Italia sia un covo di talenti. Ho voluto fare qui la cosa dei Dj». E commentando le sue trascorse collaborazioni artistiche, dice: «Fedez e Gue Pequeno avevano bisogno della mia energia. Quando, invece, ho iniziato io a fare la mia musica, la gente mi ha massacrato, anche con commenti razzisti». Nel disco, dalle sonorità funky e hip pop, producer come Merk & Kremont, London On The Track e Ronny J. Tracce dal respiro internazionale, con un lavoro sui suoni che fa capire che Ghali, a questo, tiene davvero.
Nato dopo il periodo di stop, ha strofe in arabo, in inglese, francese e italiano.
Ultimo aggiornamento: Venerdì 20 Maggio 2022, 11:54
© RIPRODUZIONE RISERVATA