Gazebo:«E ora celebro l’Italian disco che ha conquistato il mondo». Nuovo album con le hit anni Ottanta rivisitate
di Paolo Travisi
Torniamo negli anni ‘80. Cos’era la Italo disco?
«Un genere ballabile, nato in Italia ma cantato in inglese, in cui le sonorità inglesi alla Duran Duran, s’integravano con la melodia romantica italiana, usando i primi strumenti elettronici».
I Like Chopin, un successo mondiale ancora oggi. Come se lo spiega?
«Era un prodotto diverso dalle canzoni inglesi, all’estero piaceva molto perché c’era un melodia nuova. Oggi continuo a suonarla in giro per il mondo perché fa parte della storia delle persone che rivivono in quella canzone momenti felici, amori, serate con gli amici».
In Italo by numbers canta i successi di quegli anni, perché?
«È un disco ludico, fatto con strumenti analogici. Giocando ho rifatto Tarzan Boy dei Baltimore, Self control di Raf, Easy Lady di Spagna, così è nato l’omaggio all’unico genere musicale che abbiamo esportato nel mondo».
Nel singolo La Divina, canta in italiano per la prima volta?
«È dedicata al mio maestro di canto, l’ho rivisto dopo vent’anni, viveva da barbone in una roulotte, ma conservava un manifesto della Callas, che adorava. La storia, mi è rimasta dentro, ed ho scelto di cantarla in italiano».
Un tempo erano le radio ad orientare i gusti, oggi i talent?
«Major e radio passano sempre gli stessi pezzi. Il talent è un treno veloce che non dà tempo di maturare ad un artista, che tornerà a zero, da dove è partito. È una formula che rende i ragazzi schiavi di questa meccanismo».
I Like Chopin è stata un ostacolo alla sua carriera?
«Ho cercato di scrollarmi quella canzone da subito, ma ci sono delle cose che sfuggono al nostro controllo. Sono comunque felice del percorso. Rimane la punta di diamante dal punto di vista commerciale, fa parte del mio bagaglio di artista».
Ultimo aggiornamento: Giovedì 21 Giugno 2018, 11:13
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