Gary Kemp: «Dopo gli Spandau torno a creare musica. Ecco "Insolo" per raccontarvi quanto siamo isolati, nonostante i social»

Gary Kemp: «Dopo gli Spandau torno a creare musica. Ecco "Insolo" per raccontarvi quanto siamo isolati, nonostante i social»

di Francesca Binfarè

A distanza di 25 anni dal suo unico album solista torna a pubblicare un disco come cantautore Gary Kemp, storico compositore e chitarrista della band icona degli anni ’80 Spandau Ballet, nonché voce del gruppo Nick Mason’s Saucerful of Secrets. Il disco si intitola Insolo e arriverà il 16 luglio, ed è stato anticipato dal singolo Ahead of the game.


Come mai non ha sentito per 25 anni la necessità di fare un disco solista?
«Perché ero impegnato a fare altro. Non tutta la vita gira attorno alla creatività musicale, sono stato “creativo” facendo figli. Ho sempre preso molto seriamente il mio ruolo di padre e di marito. Poi ero molto legato alla band. Successivamente la storia si è interrotta e abbiamo provato a tornare insieme, ma è stato faticoso. Ho recitato, ho fatto teatro a Londra. Adesso invece ho sentito la necessità di esprimermi».


C’entra qualcosa il fatto di fare parte dei Saucerful of Secrets, band fondata da Nick Mason con cui proponete il repertorio dei Pink Floyd, di cui Mason era batterista?
«Sì. Con loro e Nick sono più sicuro di quello che posso dare come interprete, le persone mi hanno visto sotto una luce diversa. Stare con i Saucerful of Secrets mi ha permesso di non pensare agli Spandau Ballet né ad altri se non a me, come artista. Fare musica oggi mi fa sentire libero e mi emoziona. Non ho la voce di Tony Hadley (frontman degli Spandau Ballet, nda) ma canto con il cuore».


Di cosa parla Insolo?
«Avevo iniziato a scrivere canzoni prima della pandemia, riflettendo sul paradosso dell’isolamento che viviamo ai nostri giorni; con il Covid questa riflessione è diventata ancora più forte. Siamo tutti connessi, abbiamo i cellulari, pubblichiamo sui social, ma il paradosso è che le persone sono isolate tra di loro. Abito nel centro di Londra, quindi l’argomento tocca anche me. Ho scritto canzoni che parlano di me e nessun altro: non si deve scendere a compromessi se non si fa parte di una band».


Un altro argomento toccato nel disco è il passato: perché ha sentito la necessità di guardare indietro?
«Più che guardare indietro ho riflettuto sul passato e sulla rilevanza che ho oggi come essere umano, non come artista».


Pensa mai al fatto che per gli Spandau Ballet ha scritto brani che hanno fatto la storia della musica? Gold, ad esempio.
«Sì, sono grato di averli scritti, e orgoglioso.

La passione per quelle canzoni c’è ancora anche se gli Spandau Ballet sono una storia chiusa».


Perché ne è così convinto?
«Perché siamo persone diverse da quelle che eravamo, avevamo 20 anni allora. Ci abbiamo provato ma è stato faticoso (qualche anno fa hanno richiamato Tony Hadley ma non ha funzionato, nda). Chi ci chiede perché non torniamo insieme lo fa perché vorrebbe rivivere la sua giovinezza».


Covid permettendo, ha in previsione in tour in Italia?
«Adesso è difficile pianificare delle date, ma verrò. Ripartirà anche il tour con i Saucerful of Secrets».


Tornerà anche a recitare?
«Amo il teatro, la tensione prima di andare in scena, l’interazione con il pubblico. Ho fatto anche tv, ad esempio The Kemps – All True insieme a mio fratello Martin, un documentario comedy divertente su di noi, che è andato molto bene. Però adesso la mia mente e il mio cuore sono dominati dalla musica».


Lei ha anche un podcast, The Rockonteurs.
«Con Guy Pratt, il mio migliore amico nonché componente dei Saucerful of Secrets, ci divertiamo a parlare dei grandi della musica e della loro vita, abbiamo avuto ospiti come Noel Gallagher e Marianne Faithfull. Lo faccio perché sono un grande fan della musica».

 


Ultimo aggiornamento: Venerdì 9 Luglio 2021, 13:25
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