Francesco Renga, L'altra metà: «Cantare ti salva dallo psicanalista»

L'altra metà di Francesco Renga: «Cantare ti salva dallo psicanalista»

di Rita vecchio
«Sono felicissimo». È la prima cosa che dice Francesco Renga a proposito del nuovo disco. L'altra metà. Ovvero, l'altra faccia del cantautore bresciano. 50 anni di cui 35 di carriera, due figli (nati dalla relazione con Ambra Angiolini), una nuova compagna. E 12 tracce, scelte tra 60, in uscita dal 19 aprile per Sony che già dalla copertina - un gioco di specchi e riflessi del suo volto - sono il paradigma del nuovo Renga. Registrato dal produttore Canova tra America e Milano, sarà live (insieme ai suoi successi storici) il 27 maggio all'Arena di Verona e il 13 giugno al Teatro Antico di Taormina, due date che anticipano il suo ritorno nei teatri in autunno dopo quasi 2000 palasport.

L'altra metà, per come ci ha abituati, non sembra suo.
«Era proprio quello che volevo. È il punto di arrivo di un percorso non indolore fatto di tentativi e spinto dall'urgenza di un linguaggio contemporaneo. Ci sono voluti tre dischi e la collaborazione con artisti giovani per portarmi su strade inesplorate, da Ultimo a Gazzelle, a Paolo Antonacci. Ho tolto vibrati, scelto tonalità vicine al parlato, giocato su ottave».
Colpa della maturità?
«Già dal disco Tempo Reale cercavo uno stile espressivo che rispettasse voce e scrittura. Ma senza scimmiottare nessuno e senza rendersi ridicoli, anche perché a 50 anni non te lo puoi permettere».
Cinquanta, portati bene. In quale fase della vita è?
«Nell'altra metà, appunto. Sono in uno spartiacque naturale con un prima e un dopo, e soprattutto con la curiosità di scavalcare il confine della mia stessa musica. Se penso a Il mio giorno più bello del mondo e alla fatica che ho fatto per cantarla».
Cioè non si sopportava più?
«Riempirsi la bocca di se stessi è stata la sensazione più sgradevole che abbia provato».
Dove ha osato di più?
«In Sbaglio perfetto, la preferita di mio figlio Leo. Sembrerà uno scherzo, ma paradossalmente nella strofa dopo il ritornello - E c'è qualcosa che non va - davvero non andava qualcosa: mi ero scordato il testo. E l'ho lasciata così».
Elettronica, ritmi sincopati: cosa risponde a chi potrebbe criticarla per tutto questo?
«Rispondo che ero a Sanremo con una canzone classica. Ma che ho sentito la necessità di uscire dalla mia zona comfort diventata un limite comunicativo. E oggi ascolto meno cult e più radio: i giovani stanno facendo una grande rivoluzione musicale».
Difficile fare l'artista?
«È l'unico modo per riuscire a dire le cose. Ti evita, cioè, di andare dallo psicanalista. E non avendo un piano B, vai avanti anche nei momenti difficili. Questa la vera fortuna, altrimenti saremmo dei disadattati».
E lei?
«Canto amore, paura, disagio, senso di inadeguatezza, assenza: la poetica che mi rappresenta. E la voglia di comunicare ai miei figli».
A proposito, con loro esame superato?
«Parrebbe di sì. Danda ama L'odore del caffè, anche perché l'ha scritta Ultimo (ride, ndr). Ho la fortuna di viverli tanto. Mi piace guardarli, essere guardato. Fare compiti, portarli a scuola, cucinare per loro. Mi sono specializzato nella cacio e pepe».
E poi c'è L'amore del mostro che sa di social.
«Io sono diventato social. Parlo alla generazione dei miei figli, fatta di uomini soli, connessi a tutto ma in realtà a niente. È un ossimoro dei sentimenti che non tiri fuori».
Il suo mostro?
«La paura dell'abbandono. Poi trovi l'amore...»
E lei l'amore l'ha ritrovato, parrebbe.
«Sono un uomo fortunato. Di amori ne ho tanti: i miei figli, la madre dei miei figli, la mia compagna Diana...».
La vita è un posto per tutti i rimpianti, canta: il suo rimpianto?
«Non avere potuto far conoscere i miei figli a mio padre. Questa la cosa che mi fa più male».

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A maggio 2020, Francesco Renga si esibirà anche all’estero con una serie di appuntamenti live nelle principali città d’Europa, tra cui Londra, Parigi e Madrid. Queste le date del tour europeo, prodotto e organizzato da Friends & Partners, i cui biglietti saranno disponibili in prevendita a partire da maggio 2019:
 
10 maggio – ZURIGO – Volkshaus
13 maggio – BRUXELLES – La Madeleine
15 maggio – PARIGI – La Cigale
16 maggio – LONDRA – Shepherd's Bush
18 maggio – MADRID – Teatro Nuevo Apolo

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Ultimo aggiornamento: Mercoledì 17 Aprile 2019, 14:03
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