Rubato l'account Facebook di Francesco Baccini. Qualcuno è riuscito a recuperare le credenziali per entrare nel profilo social del cantautore genovese, che racconta la propria disavventura: «Temo ci vorrà tempo per recuperarlo, ma io uso i social soprattutto per il mio lavoro».
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Lei è vittima di un ricatto. Cosa è successo?
«Mi hanno chiesto dei soldi per restituirmi l'account di Facebook. Io avevo chiesto la spunta blu per il profilo verificato di Instagram, e mi contatta una sedicente pagina ufficiale di Instagram. Mi hanno chiesto di fornire un documento di identità e il numero di telefono, poi mi hanno chiesto se fossi interessato alla spunta blu anche su Facebook, così mi è stata chiesta la e-mail associata all'account. Da quel momento, mi hanno bloccato sia Instagram che Facebook. Non so come ho fatto, ma sono riuscito a recuperare l'account di Instagram. Mi arrivano e-mail in arabo apparentemente da Facebook, su Instagram invece mi ha scritto un sedicente giovane siriano, che mi ha spiegato di rubare gli account per rivenderli ai cinesi e mi ha chiesto di inviargli 300 dollari».
Ha già sporto denuncia alla polizia postale?
«Ho contattato la polizia postale, che mi hanno chiesto di sporgere denuncia ai carabinieri. Questi problemi temo si possano risolvere solo con il lavoro di esperti informatici. Il problema è come e quando riuscire a recuperare qualcosa che mi appartiene, chissà quando riavrò la mia pagina. Ci metterei la firma per riottenerla in qualche giorno, tra l'altro uso quell'account principalmente per lavoro e lo gestisco da 10-12 anni.
Qualche giorno fa, dall'account Facebook, era invece sparito un post sulla guerra in Ucraina. Potrebbe essere stato l'algoritmo, magari sulla base di segnalazioni in massa, o crede che le due cose siano collegate?
«No, non credo che le due cose siano in relazione. L'account bloccato è una truffa, il post cancellato riflette invece un altro problema dei social: su qualsiasi argomento si formano sempre due fazioni contrapposte. Io, da buon genovese, sono abbastanza diffidente dal credere subito a qualcosa. Oggi, appena ti poni delle domande, vieni fatto passare subito per un nemico. È anche peggio della censura. Non si può negare che Putin sia un uomo di guerra, senza scrupoli, ma ad ogni azione corrisponde una reazione. La situazione dell'Ucraina è molto complessa e va avanti da anni, non da ieri. In questo caso, poi, l'Europa ha abbandonato la via della diplomazia e ha scelto di mandare armi, quando avrebbe dovuto gettare acqua sul fuoco. Qui rischiamo la guerra nucleare, dove perderanno tutti, ma a chi decide cosa importa della marcia per la pace? Sono preoccupato, mai in vita mia avevo vissuto una situazione del genere».
Ultimo aggiornamento: Martedì 8 Marzo 2022, 07:42
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