Fasma, il dopo Sanremo del rapper: «Grazie alla musica sono più saggio»

Fasma, il dopo Sanremo del rapper: «Grazie alla musica sono più saggio»

di Ferro Cosentini
C’era quel film, “Io sono leggenda”. Suona un po’ così “Io sono Fasma” il titolo del nuovo album del rapper romano in uscita venerdì (Sony music), concentrato di energia e consapevolezza che – a un solo anno e tre mesi dal primo disco, “Moriresti per vivere con me?” (42 milioni di stream su Spotify) – flette discograficamente i muscoli con tredici brani inediti più il singolo portato tra le Nuove Proposte all’ultimo Festival di Sanremo, “Per sentirmi vivo”. Ma per chi pensa a un racconto parto di un ego ipertrofico in perfetto stile rapper, Tiberio Fazioli (questo il suo vero nome, 23 anni) ha la risposta in canna: «Non è un disco egocentrico».

E allora ci spieghi quell’Io così appariscente.
«Non voglio essere autocelebrativo. Anche perché se mi chiedono se mi sento un artista io rispondo che, forse, mi sentirò tale tra vent’anni, quando avrò dimostrato del tutto qualcosa. Il senso del titolo è questo: diventare Fasma mi ha permesso di esprimermi, e vorrei che tutti si potessero sentire Fasma».

Un passato un po’ irrequieto alle spalle, dunque la musica l’ha reso più saggio?
«Direi proprio di sì. Avevo una rabbia che era figlia dell’ansia. Sentivo di non riuscire a esprimermi, di non trovare un posto mio. Fare musica, scrivere, mi ha fatto vedere una parte migliore di me. Ho cominciato a giudicare le cose in maniera meno soggettiva. Quando riesci a esprimerti sei tu che definisci la realtà, non il contrario».

Tutto questo lo racconta nel disco?
«Insieme ad altre cose. La verità è che io mi sento davvero bene quando mi chiudo in uno studio di registrazione: stacco dal mondo esterno, sperimento».

Quanto la sua città, Roma, le ha fatto da musa ispiratrice?
«Senza Roma non sarei io. Oggi Roma soffre di parecchi problemi, ma ai romani dico di non arrendersi. È una realtà così varia e affascinante. Un verso di un mio brano, Marilyn M., è per me iconico: ‘sei più bella sì delle cupole di Roma’. Roma è un giardino che devi innaffiare d’amore ogni giorno, non ha fertilizzanti. Abbiamo questa responsabilità».

Tempi di Coronavirus, e un disco da promuovere per l’Italia: come farà?
«Il primo valore è la responsabilità civile. Poi, sperando che le cose migliorino, dal 2 marzo a Roma, alla Discoteca Laziale parte il mio instore tour. Poi ci sono due date live ad aprile: il 3 al Teatro Centrale di Roma e il 5 ai Magazzini Generali a Milano».
Ultimo aggiornamento: Mercoledì 26 Febbraio 2020, 10:27
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