Il ritorno di Fasma: «Non ho niente da perdere. Mi sento un eremita e faccio musica per cambiare il mondo»

Il rapper e cantautore romano parla del suo nuovo album "Ho conosciuto la mia ombra!" con i lati bui, depressione e dipendenza, e la fame di fare musica, l'amicizia e il lavoro con GG. Sanremo un attestato di laurea e il sogno di un disco con l'orchestra.

Il ritorno di Fasma: «Non ho niente da perdere. Mi sento un eremita e faccio musica per cambiare il mondo»

di Rita Vecchio

Ogni ombra è figlia della luce. Fasma lo sa, e ne fa un concept. Le tracce «dark» diventano manifesto sonoro. Il titolo, “Ho conosciuto la mia ombra!” (Epic Records/Sony Music Italy), invece, la  sintesi della narrazione sulla trama di un «film horror». Anticipato dai due singoli, “SETIAMO” e “F.B.F.M.” , l’album è frutto dell’oramai indivisibile quattro mani con il produttore GG (Luigi Zammarano) con cui fonda la crew, WFK. 

Fasma, al secolo Tiberio Fazioli, 26 anni, romano, rapper e cantautore: lei, la sua ombra, come dice nel disco, l’ha poi conosciuta? 

«La sto conoscendo. Consapevolezza e accettazione si conquistano con il tempo, no? Di sicuro, so che c’è la parte di me, quella che non mi accetta ancora, che devo affrontare». 

Quando, come e perché. 

«E' un lavoro iniziato solo dopo avere capito che non avevo più niente da perdere. L’ombra veniva a galla quando non riuscivo a gestire determinate situazioni. Sovrastava la mia razionalità, facendomi sfuggire la situazione dalle mani». 

L’ombra era la parte sbagliata?

«Prima la consideravo così. Ci ho combattuto, ho perso tante volte, finché l'ho accettata. Ho capito che la cosa migliore è averla accanto». 

Quali sono i suoi valori? 

«Verità, fedeltà e rispetto». 

Chi è Lilly? 

«Una ragazza che mi ha insegnato che la fragilità è forza. E’ stata una storia di mancato amore. E' importante concentrarsi sul cambiare il punto di vista al positivo. E non sull’autodistruzione». 

E lei l'ha conosciuta l’autodistruzione?

«Certo, sì, coincide con la fase di conoscenza dell’ombra». 

Dipendenza, depressione, …?

«Beh, la depressione è conseguenza dell’autodistruzione. Le mia dipendenza era legata al non riuscire a sfogare le emozioni. Bevevo tanto, non riuscivo a gestire a livello pratico il mio corpo, non affrontavo i problemi. D'altronde, la dipendenza, che può essere alcol, sesso, e via dicendo, si ha quando abusi delle emozioni perché hai paura di perdere tutto. Era il mio modo di vivere che era sbagliato, non la mia ombra». 

Ma cosa è le era successo? 

«Tante cose. Non voglio addentrarmi nelle questioni personali ed intime, perché non sono ancora pronto io per parlarne. Tre anni per fare un disco, se ci pensa, è tanto. Fare uscire i singoli non era nella nostra visione artistica». 

Da un punto di vista musicale, che disco è? 

«Urban, rock ed elettronico. Non è stato facile declinare queste sonorità dove denominatore comune sono chitarra elettrica e acustica. E’ un disco dark, tenuto brillantemente insieme da GG». 

Perché proprio dark?

«Perché è cupo, a tono e in simbiosi con l’horror. Non malinconico o negativo, ma profondo». 

Dal punto di vista testuale, invece? 

«E’ una scrittura fatta di poche parole, che punta alla verità. Una scrittura che scava lati di me, anche di quelli di cui non volevo parlare. Lilly stessa, per esempio, non volevo pubblicarla. Avevo paura di rilasciare interviste per timore che mi potessero fare domande, non volevo (e non voglio) si entrasse troppo nel mio mondo». 

Come mai nel brano cita Dandi di Romanzo Criminale? 

«Ispirato alla Banda della Magliana, fa parte della storia della mia città, Roma, oltre a essere una delle serie più belle.

E’ una citazione che è venuta di getto, calzava bene nel testo». 

Che libri legge? Sempre quelli sul capitalismo di Marx? 

«Io odio i romanzi. Ultimamente ho letto “L’alchimista”, “L’arte di amare”, “Il gabbiano Jonathan Livingston” e quello che parla dello stoicismo di Marco Antonio (Come pensare come un imperatore romano, ndr). Ma Marx c’è sempre. Lui dice una frase molto bella, che si riassume in “la paura di non avere paura di niente, arriva alla sfacciataggine; la paura di non avere niente da perdere, invece, ti dà il senso di invincibilità”. E io non ho niente da perdere». 

Se guarda l’universo musica di oggi, dove si colloca?

«In una galassia a parte, ma inclusiva. Mi sento più un eremita». 

Come si racconterebbe attraverso i suoi tre dischi? 

«E’ un racconto che va di pari passo con la mia maturità personale. Avevo 19 anni quando ho iniziato, ne ho oggi 26. Ho imparato la pazienza, cosa che non ho nella vita privata. Questo significa che la musica mi piace davvero». 

E l’esperienza di Sanremo

«Davanti agli occhi della mia famiglia, è stato come avere raggiunto una laurea. Non l’ho vissuto come una gara. La gara si percepisce più in tv che tra artisti. Per me è stata un’occasione per esprimermi, per mostrarmi nudo senza paura.  All’ultimo festival, da ospite di Mr. Rain, è stato ancora più tranquillo». 

L’appartenere a una crew l’ha aiutata a non andare allo sbaraglio? 

«E’ stato un punto saldo del nostro percorso. Lo può confermare anche GG». Ed è il produttore che risponde: «C’è un rapporto simbiotico. Due amici che condividevano e condividono la passione per la musica. Siamo autodidatti». 

“Marylin M.”, “Ti prometto che un giorno partiremo” e via dicendo, hanno raggiunto milioni e stream. Oneri e onori di questi numeri?

«Se fai una cosa con amore, i risultati arrivano. Ma non ho l’ansia di raggiungere numeri, quella la lascio ad altri. Non può stare tutto categorizzato e avere una cifra. Significherebbe fare musica non per esigenza, ma per lavoro». 

Qual è il passo in avanti che Fasma vorrebbe fare? 

«Un disco con l’orchestra. Ci penso tutti i giorni. Ho un provino, ne abbiamo parlato con il maestro Enrico Melozzi (Maneskin, Gianluca Grignani, ndr). Vorrei rompere l’aspetto elitario dell’orchestra». 

Parafrasando il testo: la parte di lei che la uccide? 

«Quella che non riesco a controllare». 

E quella che la ama? 

«E’ la stessa che mi fa amare le persone». 

Perché ha iniziato a fare musica?

«Per cambiare il mondo». 

 Ci sta riuscendo? 

«Siamo in prima linea, il che significa che sto giocando in attacco. E’ consapevolezza di sapere cosa si vuole fare». 

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QUI LE DATE LIVE: 

6 novembre 2023 - ORION - Ciampino (ROMA)
21 novembre 2023 - Magazzini Generali - Milano 


Ultimo aggiornamento: Sabato 13 Maggio 2023, 12:10
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