Fabrizio De André-Pfm, Veltroni: «Porto al cinema il concerto integrale»

Fabrizio De André-Pfm, Veltroni: «Porto al cinema il concerto integrale»

di Ferro Cosentini
Se ne stava in una videocassetta, quasi dimenticato. Anzi, così quasi dimenticato da riemergere solo dopo quarantuno anni, potendosi oggi fregiare di un sottotitolo ricco di fascino e mistero: Il concerto ritrovato. Arriva sugli schermi dei cinema di tutta Italia, dal 17 al 19 febbraio, Fabrizio De André & Pfm, documentario targato Sony Music e Nexo, realizzato da Walter Veltroni, che suggella una doppia missione: raccontare come quel curioso matrimonio artistico nacque attraverso i ricordi dei diretti protagonisti (meno uno, il Faber che non c'è più) e, con un pizzico di coraggio, riproporre il filmato (tra il professionale e l'amatoriale) del concerto di Genova del 3 gennaio 1979, restaurato nell'audio.

A raccontarlo ieri al cinema Anteo di Milano, dopo l'anteprima, c'erano i membri storici della Pfm, Dori Ghezzi, Davide Riondino (che apriva le date di quel tour), il fotografo ufficiale del tour Guido Harari e, naturalmente, Walter Veltroni. «La cosa affascinante è che questo documento è giunto fino a noi attraverso molti rischi spiega Veltroni Per rispetto verso il concerto, che in versione discografica è conosciuto a memoria da più di una generazione, ho deciso di mantenerlo integrale fino in fondo. Ho escluso solo tre brani il cui audio era troppo scuro. La mia ambizione era quella di ricostruire anche il clima civile e sociale dell'epoca. A Genova, di lì a poco, sarebbe stato ucciso Guido Rossi, erano anni complicati e speciali».

A spingere il progetto è stato innanzitutto Franz Di Cioccio, storico batterista della band: «Parlando con amici vengo a sapere che questo nastro esiste ed è in mano a un signore che si chiama Piero Frattari (presente in sala, ndr), che l'aveva digitalizzato: il mio cruccio di anni era quello di non poter più vedere Fabrizio con noi sul palco».
Quel connubio artistico fu sconvolgente per molti, spiega Di Cioccio: «Una band di progressive rock e un cantautore: i due pubblici non si vedevano di buon occhio. Ma noi, non ancora Pfm, avevamo realizzato con De André La Buona Novella, e quando Faber venne a sentirci a Nuoro, fu naturale rivederci a casa sua all'Agnata il giorno dopo, a ipotizzare una collaborazione. In America si era osato di più: Bob Dylan era diventato elettrico, Jackson Browne aveva collaborato con gli Eagles, rock e folk si univano. E sapete cosa disse Fabrizio a chi lo sconsigliava? Se è pericoloso, belin, lo faccio!». Quel coraggio, oggi, si può anche vedere.

E il 18 febbraio, in occasione dell'ottantesimo anniversario della nascita di De André, Sky Arte dedicherà al cantautore genovese una puntata speciale del format 33 Giri - Italian Masters: al centro il suo album Le nuvole del 1990.

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Ultimo aggiornamento: Giovedì 13 Febbraio 2020, 08:40
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