Emis Killa e Jake La Furia presentano a Leggo il primo album insieme: «Con "17" torniamo al rap degli inizi. Noi? Siamo due amici tamarri»

Emis Killa e Jake La Furia presentano a Leggo il primo album insieme: «Con "17" torniamo al rap degli inizi. Noi? Siamo due amici tamarri»

di Emiliana Costa
A cavallo, in pelliccia e occhiali da sole. Sullo sfondo una Milano apocalittica. Si presentano così, sulla copertina di "17" - il loro primo album firmato a due mani - Emis Killa e Jake La Furia. Amici ma soprattutto complici, «uniti - scherzano loro - da un'affinità elettiva. Siamo due tamarri». I rapper, con oltre 15 anni di esperienza alle spalle, sono già in giro su e giù per lo Stivale per la promozione del disco. Dopo lo stop dovuto alla pandemia, sono i primi infatti a riprendere gli instore (gli incontri tra artisti e fan) «perché da qualche parte bisogna pur ricominciare». E in attesa della tappa romana - prevista per domani, mercoledì 23 settembre, al The Space Cinema Moderno - Emis Killa e Jake La Furia raccontano a Leggo la genesi della loro collaborazione.

Perché avete scelto di chiamare il vostro album "17"?

Jake La Furia: «Perché io ho due figli ed Emis una, tutti e tre sono nati il giorno 17. Ci siamo fatti un tatuaggio celebrativo con il numero sul volto e quando abbiamo iniziato a collaborare al disco, è venuto naturale chiamarlo così. Con questo album, siamo tornati alle sonorità che ci hanno visto partire, molto rap. Tanti gli amici che hanno collaborato con noi, tra cui Salmo e Fabri Fibra. Siamo soddisfatti perché sta avendo ottimi risultati, vuol dire che era il momento di farlo».



Nel vostro disco ci sono 17 tracce in cui raccontate storie impietose sulla società contemporanea e sul mondo dei social. 

Emis Killa: «Non è un attacco alla trap, è un attacco a chi la fa per essere famoso. Oggi ci sono tanti presunti rapper per i quali la priorità non è la musica, ma apparire su Instagram».

Com'è nata la vostra amicizia e perché vi definite due "tamarri"?

Jake La Furia: «Ci siamo conosciuti a un concerto dei Club Dogo (gruppo formato da Jack La Furia e Gué Pequeno, ndr) quando Emis aveva 18 anni e io 28. A lui piaceva la mia musica e a me la sua. Ci sentiamo tamarri perché ci piacciono gli argomenti crudi e amiamo orologi, collane e moto. Ma in realtà chi si autodefinisce così è perché ci scherza su, i veri tamarri non sanno di esserlo. Anche se Emis lo è davvero». (ride)

Emis Killa: «È vero, ha ragione (ride). Però sono un tamarro, sofisticato, ben vestito, molto intelligente».

Il mondo dello spettacolo sta attraversando un momento molto difficile, con i live rimandati.

Jake La Furia: «La situazione è difficilissima soprattutto dietro le quinte. Sicuramente ci sono state cose urgenti di cui occuparsi, come il ritorno a scuola. Ma adesso bisogna pensare ai lavoratori dello spettacolo che sono rimasti senza lavoro. Il ritorno degli instore è un primo passo per ricominciare».

Parliamo di hater. Emis lei è stato più volte attaccato, come gestisce queste situazioni?
«Se scrivono qualcosa che mi ferisce, preferisco non rispondere perché diventerei scurrile. Quando replico è perché in realtà la critica mi ha fatto sorridere. Uno che fa il cog*** sui social, lo è anche nella vita. Per me quando spengo il computer è finita, per lui l'incubo continua».
Ultimo aggiornamento: Martedì 22 Settembre 2020, 20:25
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