Elisa, via da Firenze il Diari Aperti Tour nei teatri: «E una preghiera per il clima»

Elisa, via da Firenze il Diari Aperti Tour nei teatri: «E una preghiera per il clima»

di Ilaria Del Prete
«Se cercherai chi sono stata ritroverai chi sono adesso», canta Elisa in Tua per sempre. E così è anche per la prima del tour che in due mesi la porterà in giro per 50 teatri d’Italia fino al 31 maggio. La cantautrice di Monfalcone si è presentata sul palco del Verdi di Firenze sfogliando i suoi oltre vent’anni di carriera, dall’ultimo album in studio Diari Aperti è tornata indietro, fino ad Asile’s World, in un viaggio tra le pagine tanto della sua musica quanto della vita.
La tournée nei teatri più importanti d'Italia vuole ritrovare una dimensione intima, ma senza rinunciare al contatto direttissimo con il pubblico. «Non voglio subire il teatro - commenta a caldo la friulana nel backstage del tour prodotto e organizzato da Friends & Partners - ci si alza e si balla quando il repertorio lo prevede. Lo trovo un bel modo di fare musica leggera».
 
 


E così succede. Quando si apre il sipario Elisa resta composta, prima seduta al piano poi al centro del palco come una divinità dalla gonna ampia e candida, per tutta la prima parte del live che si conclude in per terra in un angolo, sulle note di Quelli che restano - il duetto scritto per De Gregori che non è apparso a sorpresa (ma non si esclude che possa farlo nelle prossime date). Come fosse adesso, Promettimi, Anche Fragile e Tua per sempre (scritta da Davide Petrella) sono i primi brani in scaletta scelti dall'ultimo album, ballate che riaccendono ricordi e raccontano storie vicine e lontane nella biografia della cantante. Come quando in 7 Times Elisa sceglie di interpetare il brano del 1999 nella sua versione originale, con tanto di maschere evocative per sé e le coriste. 
La voce limpida e vibrante di Elisa è accompagnata da sette musicisti e dagli strumenti che suona personalmente. Dal piano e la chitarra all'armonium nella cover di The Sound of Silence di di Simon & Garfunkel, dall'ukulele alle percussioni in un ritmo allegro e incalzante che trasporta nella seconda parte del live.
È qui che Elisa abbandona la più classica impostazione teatrale per ritrovare quel tanto cercato contatto con la platea. Cambio d'abito, le note di Se piovesse il tuo nome preannunciano il mood coinvolgente che porta il pubblico ad un crescendo di partecipazione: con l'Anima vola le parole proiettate sullo sfondo creano un effetto karaoke, ma è Stay a far svuotare le poltroncine per riunire sotto palco i fan più scalmanati. Che resteranno in piedi fino alla fine, in un'atmosfera da palazzetto, anche grazie ai ritmi sincopati dell'Estate è già fuori e Vivere tutte le vite. 
Tra le pagine del diario di Elisa ce n'è una speciale, dedicata all'ambiente. «È un tema per me sempre presente - ha spiegato dopo aver abbracciato la mamma a fine concerto - ma stavolta la mia preghiera è rivolta in particolare a questo, così come al non restare indifferenti davanti all'odio razziale». E così sul suono liquido di A Prayer, tra le percussioni e i battiti di mani, sul video wall si rincorrono le immagini dello sciopero mondiale per il clima guidato da Greta Thunberg. Ma le pagine da sfogliare sono tante, difficle condensarle in due ore di show anche se c'è il supporto grafico di frammenti di appunti e video personali dell'artista, e così Elisa rivela: «Ci sono i medley per dare un po' di respiro, ma la scaletta di questo show cambierà tutte le sere».
 
Ultimo aggiornamento: Lunedì 25 Marzo 2019, 15:26
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