Ecco Shade, l'altro rapper «Niente tatuaggi e falsità»

Ecco Shade, l'altro rapper «Niente tatuaggi e falsità»

di Ferro Cosentini
MILANO - Non sfoggia tatuaggi, è «contro la misoginia», non sopporta «la falsità che gira nel mondo del rap, tutti amici per la durata di una Instagram Story» e perfino «l'ostentazione dei soldi che vi si fa, perché io ho lavorato a 500 euro al mese e ne conosco il valore». Insomma, Vito Ventura in arte Shade (foto) va veloce con la lingua e coi pensieri e non ha alcun problema a definirsi «diverso dagli altri, il che non implica automaticamente che sia migliore».
Ma intanto non le manda a dire. Venerdì il rapper torinese pubblica il suo nuovo album Truman (Warner), 13 brani tra cui non mancano le tre hit già edite Irraggiungibile, Bene ma non benissimo e Amore a prima insta, come a dire un cocktail di dischi di platino e una cosa come 60 milioni di streaming.

Un disco ricco di featuring come quelle con Nitro, Emma Muscat, Federica Carta. «Chi è il Truman del titolo? - spiega Shade È un gioco di parole e una citazione. Il primo unisce le parole true e man, dunque è quell'uomo vero che io cerco di essere e che pretendo di trovare negli altri. Perlomeno quelli di cui mi fido, molti dei quali sono nei featuring del mio disco, artisti come J-Ax e Grido, che ascoltavo da bambino e che mi hanno onorato accettando di collaborare». E la citazione? «Quella viene dal mio film preferito, The Truman Show con Jim Carrey».
Il cinema, una delle passioni di questo rapper maturo di testa e all'anagrafe (ha 30 anni) che, di seconda professione fa il doppiatore (South Park, Geordie Shore e qualche cartone giapponese), lavorando come un matto: «È il mio piano B, quando non sarò più rapper spero di poter vivere di quello».
Ultimo aggiornamento: Mercoledì 14 Novembre 2018, 08:28
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