Cremonini, performer vero: a Milano trascina i 56mila fan al concerto di San Siro

Cremonini, performer vero: trascina i 56mila fan al concerto di San Siro

di Rita Vecchio

Cesare Cremonini, in cerca di qualcuno che gli indichi una strada. Dietro le strofe della “Ragazza del futuro”, brano apertura del live negli stadi 2022, c’è il messaggio del suo ritorno sul palco. Abiti sbrilluccicanti, fisicità plastica, energia fortissima. Lui, protagonista indiscusso per due ore abbondanti, insieme alla sua musica. Performer vero, trascinatore dei 56 mila, tanti quanti erano gli spettatori ieri sera a Milano alla data di San Siro, sold out, da cui è partita ufficialmente la maratona di concerti, sette stadi (a Roma, sold out all’Olimpico il 28 giugno) e il raduno di Imola, «il primo della mia carriera (Vasco docet)». Un mattatore che si prende meritatamente la scena.

La ragazza del futuro prende forma, si insinua negli spartiti, a poco a poco e conduce le fila di un discorso artistico di vent’anni di carriera. È solo dopo mezz’ora di inarrestabile esibizione che saluta Milano con gli spalti già galvanizzati. Cesare Cremonini entra in scena dopo l’intro del violino di Davide Rossi, uscendo dal “The Gate” - «è il palco, a cui per la prima volta ho dato un nome» - la porta luminosa della maestosa scenografia che lo conduce «all’incontro più bello, quello con il pubblico». Un live «reale e vero. Un momento artistico. Perché, diciamocelo, i numeri sono importanti, ma mi interessa di più che quel che faccio, resti».

Alle 21:15, lo spettacolo inizia. “L’atterraggio di fortuna”, lo fa viaggiare da “Colibrì” a “Moonwalk”, a “Chimica” con arrangiamenti totalmente ripensati per l’esecuzione da stadi.

Sceglie canzoni «che abbattono i muri di tempo e spazio», lui che conta ben 42 singoli dal 1999 al 2022. “Mondo” (con Jovanotti che spunta dallo schermo), “Ciao” (con il piano che prende fuoco come in una pellicola cinematografica), “La nuova stella di Broadway, “Logico #1”, “Greygoose”, “50 Special”, “Poetica”, “Nessuno vuole essere Robin” e “Qualcosa di grande” (prima volta live). Brani divisi in set, come fossero sezioni di una intera sonata, con intermezzi strumentali che traghettano alla battuta successiva. Tutto seguendo una logica. O come dice lui, «la magia della musica». Dopo la performance a Sanremo che «mi ha fatto ricredere sulla tv», sono 95mila i biglietti venduti (dati di LiveNation). «È una sfida portare un progetto artistico negli stadi. Ci sono rischio e paura, ma è il mio modo di stare sul palco».

E sul palco - 65 metri di lunghezza per 22 di altezza e 18.500 litri di acqua dentro le basi - corre attraverso la tridimensionalità con un «viaggio narrativo, tra passato, presente e futuro». Schermi e luci («sembra un teatro»), l’idea è il concept. Il disegno è di Giò Forma e D-Wok (gli stessi dei grandi concerti pop rock e della Prima della Scala). La sorpresa che lascia per un attimo il pubblico in silenzio è il duetto, virtuale, mai visto, tra Cremonini e Lucio Dalla in “Stella di mare”. «Non è un omaggio, ma voglia di riviverlo». Applausi à gogo. E Cremonini se li merita tutti.


Ultimo aggiornamento: Mercoledì 15 Giugno 2022, 15:05
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