Coronavirus, che ne sarà dei festival e della musica dal vivo? La petizione indirizzata al ministro Franceschini

Coronavirus, che ne sarà dei festival e della musica dal vivo? La petizione indirizzata al ministro Franceschini
Una petizione da parte del mondo della musica indirizzata a Dario Franceschini, ministro dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo. L’emergenza coronavirus ha provocato, come in molti altri casi, gravi danni al settore che alle porte dell’estate si chiede allarmato quale possa essere il futuro dei festival e della musica dal vivo.

IL TESTO DELLA PETIZIONE DA FIRMARE


 
La petizione è stata lanciata dal sito Change.org e dietro a redarla è stata la Jazz Italian Platform, sigla che raccoglie Umbria Jazz, L’associazione Jazz Network, Crossroads, Jazz in Sardegna, Visioninmusica, Bologna Jazz Festival, Saint Louis College of Music, Veneto Jazz e Pomigliano Jazz.

La crisi da virus ha colpito e paralizzato l’intera industria, che conta molti lavoratori: «L’estate, ormai alle porte – si legge nella petizione -  è la stagione calda della musica, il momento più impegnativo per la misura dell'offerta e per la quantità di pubblico che viene coinvolto. Festival di jazz, di musica classica, concerti pop, raduni negli stadi, rassegne rock. Una vera e propria industria che interessa migliaia di lavoratori, migliaia di musicisti e centinaia di migliaia di spettatori, un mondo che in questo momento vive sospeso nell'incertezza o meglio nel non sapere. Che succederà? Nei piani di riapertura graduale per il ritorno alla vita del Paese non viene fatta menzione. Si dice che sarà l’ultimo settore a poter riprendere la propria attività. Ma per l'immediato futuro nulla, nessuna prospettiva».

Sta per partire la fase 2, ma le informazioni sono davvero poche e si richiede chiarezza: «Possibile che il governo, i ministeri competenti non siano già in grado di stabilire con una certa sicurezza quale sarà il destino di questo settore nei suoi prossimi tre mesi? Ormai si sa che la fase 2 comincerà il 4 maggio. Quanto durerà? E prevedibile che si allungherà sull'estate, prima di una liberalizzazione più ampia. In altri paesi hanno spiegato: scordatevi di tornare nelle arene, negli stadi, nei teatri. Sarebbe una parola di chiarezza per tutti, spettatori compresi. I festival, le rassegne, i concerti potrebbero cominciare a stabilire in che modo far saltare i propri appuntamenti o se posporli come è stato fatto da altre parti, farebbero così chiarezza con le proprie strutture e con gli spettatori. In fin dei conti potrebbero risparmiare anche dei costi, cosa che in questo momento non sarebbe mal vista. E allora, diteci che succede. Non costa nulla. Jazz Italian Platform».
Ultimo aggiornamento: Venerdì 17 Aprile 2020, 18:47
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