Concertone, Lo Stato Sociale sul palco contro Poletti e Salvini

Concertone, Lo Stato Sociale sul palco contro Poletti e Salvini
Migliaia in piazza, come sempre. Come ogni anno per il tradizionale Concertone del Primo Maggio a Roma. Migliaia che si sono dati appuntamento in piazza per ballare e scatenarsi sulle note di Occidentalìs Karma di Francesco Gabbani, vincitore dell'ultimo festival di Sanremo e tra una decina di giorni impegnato con l'Eurovision Song Contest, per ascoltare gli ospiti internazionali Editors, per cantare con Teresa de Sio i successi di Pino Daniele, per ascoltare Fabrizio Moro, Brunori Sas, Bombino, Edoardo Bennato, i giovani protagonisti della scena musicale di oggi Rocco Hunt, Levante, Motta, Ermal Meta, Artù, Vasco Brondi con il suo progetto de Le luci della centrale elettrica. 
 
 

Dopo l'incipit, il via musicale al Concertone lo hanno dato gli Après la Classe e i giovani emergenti finalisti de 1MNEXT, il contest della manifestazione (Amarcord, Incomprensibile Fc - vincitori -, Doro Gjat). Uno dopo l'altro sono saliti sul palco Braschi, Geometra Mangoni, il libanese Ara Malikian, Rocco Hunt che ha presentato il suo nuovo singolo Kevvuò, l'Orchestra di Saltarello abruzzese, Mimmo Cavallaro. Teresa De Sio ha ricordato i suoi amici Pino Daniele, Rino Zurzolo, Fausto Mesolella, scomparsi recentemente. «Stanno festeggiando il Primo Maggio da lassù. E Pino sta facendo 'o scarrafone. Ma chi non si sente scarrafone oggi, che non si può essere tutti primi in classifica, che non c'è lavoro, non c'è occupazione...», ha detto dal palco l'artista napoletana.
 

Musica che ha strizzato l'occhio al panorama attuale, come era stato annunciato alla vigilia. E così è stato. E tra una brano e l'altro, padroni di casa Camila Raznovich (senza voce a fine serata) e inarrestabile Clementino che si è ritagliato anche lo spazio per rappare e omaggiare De André, si è parlato di lavoro, con le storie di chi ce l'ha fatta, di chi ha voluto dare un segno di speranza: l'avvocato di Milano arrivato dal Senegal con un padre che vendeva accendini; Franco, vigile del fuoco intervenuto ad Amatrice dopo il terremoto; Massimiliano, disabile che ha trovato lavoro dopo 21 anni; Marilena che raccoglie fragole a Caserta e ha aiutato a uscire dal lavoro nero molte donne immigrate; Singh che raccoglie meloni a Mantova. 
 

Più defilati i sindacati, poche anche le bandiere in piazza. I riferimenti alla politica fanno la loro comparsa a sprazzi: a pensarci è la band bolognese de Lo Stato Sociale, che attacca prima il ministro Poletti, reo di aver invitato i ragazzi a cercare lavoro giocando a calcetto, e poi il leader della Lega Nord Matteo Salvini per le affermazioni omofobe contro le unioni civili. Sul palco con i vestiti strappati, «svestiti al 40%, come la percentuale di under 35 senza lavoro e come la mancanza di tutele».

Il pomeriggio si era aperto nel segno del «non dimenticare»: «non vogliamo dimenticare Portella della Ginestra, dove 70 anni fa 11 persone vennero uccise perché manifestavano per i propri diritti. Non vogliamo dimenticare le mondine, che tra le prime lottarono per un salario più equo e dignitoso; non vogliamo dimenticare i lavoratori delle fabbriche, che ottennero le 40 ore lavorative e il sabato di riposo; non vogliamo dimenticare i giovani che lottano perché il precariato non sia una condizione immutabile; non vogliamo dimenticare la luce accesa sul caporalato; non vogliamo dimenticare chi oggi è qui con il diritto di lottare e il dovere di fare di questo Paese un Paese migliore». C'è stato spazio anche per ricordare Rino Zurzolo e Fausto Mesolella, scomparsi recentemente, e Pino Daniele. Migliaia in piazza, si diceva. Ma stavolta gli organizzatori hanno preferito evitare il balletto dei numeri sull'affluenza al concerto. Migliaia che non si sono fatti scoraggiare dalle misure di sicurezza messe in atto contro eventuali attacchi terroristici, né dal meteo che in serata ha riversato sulla platea uno scroscio di acqua di alcuni minuti.​  
Ultimo aggiornamento: Martedì 2 Maggio 2017, 09:32
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