Verissimo, Claudio Baglioni svela: «Ho collezionato molti rifiuti, devo tutto ai genitori»

Nel salotto di Silvia Toffanin, a Verissimo, Claudio Baglioni ha raccontato il piccolo Claudio. Un bambino molto timido ma che aveva una grande voglia di cantare

Claudio Baglioni, le origini del mito a Verissimo: «Ho collezionato molti rifiuti, devo tutto ai genitori»

Nel salotto di Silvia Toffanin Claudio Baglioni ha ripercorso la sua carriera. A Verissimo il mito Claudio Baglioni ricorda gli esordi, fatti di tanti rifiuti e poche soddisfazioni, ma che lo hanno portato, poi, a riuscire a vendere più di 60 milioni di copie senza mai perdere la testa.

Claudio Enrico Paolo Baglioni nasce a Roma nel 1951 nel quartiere di Montesacro e fin da piccolo la sua grande passione è stata cantare. Già a 10 anni ha partecipato ad un piccolo festival di musica per stelle emergenti e da lì in poi non ha mai mollato merito, soprattutto, dei suoi genitori che hanno sempre creduto nelle sue capacità.

 

«Da piccolo ero un ragazzino molto timido - racconta il cantautore e musicista -, cosa che sono sempre rimasto anche da grande. Claudio è sempre stato un bambino di poche parole con lo sguardo sempre un po' rivolto verso il basso. Ho sempre sofferto essere figlio unico, avrei desiderato tanto avere un fratello o una sorella e questa mia solitudine mi ha avvicinato molto alla musica. Mio padre, quando avevo 14 anni, mi regalò una chitarra che è subito diventata la mia compagna.

Una chitarra artigianale siciliana che amavo, prima che arrivasse anche il pianoforte a muro.

Sono sempre stato convinto che la mia carriera sia nata un po' per caso. Quando è arrivata la notorietà, nella mia testa rimbombavano perplessità e dubbi e a mio padre confidai di aver paura. Di non essere in grado, perché molto timido. Ma lui mi ha sempre raccontato di quando ero piccolo: avevo 3 o 4 anni. E quando in casa c'era gente io ero molto schivo per la mia timidezza, ma durante le serate arrivava sempre il momento in cui mi avvicinavo a lui e gli dicevo: 'Annunciami che devo cantare'. Era dentro di me e questo racconto mi ha sempre dato fiducia.

Gli esordi, però, non sono stati facilissimi. Negli anni '60 non c'erano internet, i social e i talent show in televisione, quindi la selezione dei talenti avveniva nelle case discografiche o in piccoli concorsi. Molto spesso era 'No'. Ho collezionato tanti rifiuti e io, nella mia famiglia, ero quello meno convinto delle mie capacità. I mieri genitori, invece, erano convinti che avrei potuto diventare un cantante e probabilmente, a distanza di tanti anni, avevano ragione».


Ultimo aggiornamento: Martedì 2 Novembre 2021, 00:12
© RIPRODUZIONE RISERVATA