Avicii, niente funerali a più di un mese dalla morte del dj: l'annuncio della famiglia

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di Enrico Chillè
Dal 20 aprile, giorno della sua morte, è passato più di un mese ma il funerale di Avicii non è ancora stato celebrato: ecco cosa è successo in tutto questo tempo e cosa ha deciso di fare la famiglia per dare l'ultimo saluto ad un musicista leggendario come il 28enne dj svedese.

Avicii morto dissanguato: il suicidio con un pezzo di vetro di bottiglia​



Avicii, al secolo Tim Bergling, era stato trovato morto il 20 aprile scorso in un resort in Oman. Per la famiglia non è stato facile gestire le operazioni riguardanti il funerale: ci sono state infatti delle lungaggini burocratiche sia per l'autopsia, sia per il rimpatrio della salma in Svezia. In tutto questo tempo, infatti, sono stati condotti diversi esami sul corpo del dj, fino ad arrivare alla chiusura del caso: ufficialmente, Avicii è morto suicida, per dissanguamento, dopo essersi tagliato con i cocci di una bottiglia (anche se non è chiaro se le ferite mortali siano state inflitte sui polsi o sul collo). La famiglia, però, ha diffuso una importante notizia in merito all'ultimo saluto ad un giovane ragazzo ritrovatosi a convivere con un peso, quello del successo mondiale, troppo difficile da gestire e sopportare.
 
 


La famiglia del dj, come riporta Billboard, ha annunciato che il funerale sarà privato e riservato a pochi intimi, i parenti e gli amici più stretti di Tim. «Ci sono state troppe voci e troppe speculazioni sul suo funerale» - si legge nel comunicato diffuso dalla famiglia Bergling - «Annunciamo quindi ufficialmente che si tratterà di un funerale riservato alle persone più vicine a Tim, chiediamo ai media di rispettare la nostra privacy. Non ci saranno altri comunicati in merito».

Una settimana dopo la morte di Avicii, la famiglia aveva diffuso un altro comunicato, decisamente commovente: «Il nostro amato Tim era un grande sperimentatore ma anche un'anima artistica e fragile che cercava sempre risposte a domande esistenziali. Era un perfezionista che ha viaggiato in tutto il mondo e lavorato duramente fino ad arrivare a situazioni di grave stress. Aveva smesso di suonare per ritrovare un equilibrio che lo potesse rendere felice, ha lottato a lungo ma non è riuscito a trovare la pace. Tim non era fatto per lo show-business in cui si è ritrovato, era una persona sensibile che amava i suoi fan ma non riusciva ad accettare di essere sempre sotto i riflettori. Sarai amato per sempre e mancherai a tutti, ma la persona che sei stato e la tua musica renderanno sempre vivo il tuo ricordo».
Ultimo aggiornamento: Mercoledì 23 Maggio 2018, 12:53
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