Antonella Ruggiero torna con "Quando facevo la cantante"
di Ferruccio Gattuso
«Quando uscii dai Mattia Bazar nel 1989 avevo una sola esigenza profonda: allontanarmi dalla musica. – ha spiegato questa mattina Ruggiero alla Facoltà Teologica in zona Brera a Milano – Volevo fare tutt'altro, riprendermi i miei tempi, respirare. Nel caso avessi ripreso, cosa che allora non davo per scontata, lo avrei fatto senza più dover sostenere pressioni del sistema. Quella macchina soffocante discografica che ti impone il disco entro certi tempi, la promozione, il tour. Dal 1996 ricominciai, libera di fare le cose che volevo, nei momenti e nei tempi che volevo».
Nacque, allora, l'Antonella Ruggiero della ricerca musicale e geografica, delle canzoni popolari, della musica sacra, delle musiche dal mondo. Nei 6 album contenuti in “Quando facevo la cantante”, Antonella Ruggiero ha inserito brani inediti, registrazioni live rare, per la bellezza di centoquindici (115) brani: da canzoni dialettali come “Crêuza de mä” e “O mia bela Madunina”, a classici d'autore come “Impressioni di settembre” e “Mi sono innamorata di te”, gemme sacre come “Agnus Dei” e “Kyrie” e brani del mondo. «Quando lasciai i Mattia Bazar volevo abbandonare il caos - spiega – Ma certo non li ho mai dimenticati. Sarebbe come dimenticare me stessa. Volevo semplicemente fuggire dalla competizione, che è una parola che detesto. La competizione è per lo sport, non per l'arte». Ad Antonella Ruiggiero la scena musicale attuale non piace nemmeno un po': “Oggi i giovani si trovano divisi da un muro invalicabile: - conclude la cantante – da una parte quelli che vogliono tutto e subito, avere visibilità e affrontare talent show nei quali rischiano di essere rifiutati duramente. E se subisci una delusione cocente da giovane, te la porti dentro tutta la vita. Dall'altra parte del muro ci sono gli altri, quelli che non sanno come sarà il futuro, ma si impegnano con serietà e rispetto nella musica”.
Ultimo aggiornamento: Sabato 17 Novembre 2018, 11:16
© RIPRODUZIONE RISERVATA