Angelina Mango, figlia d'arte: «Canto quel che ho vissuto, ma la musica è frutto della mia ricerca»

Angelina Mango, figlia d'arte: «Canto quel che ho vissuto, ma la musica è frutto della mia ricerca»

di Totò Rizzo

«Avevo bisogno di raccontare la mia storia, la canterò in rima come un giullare di corte, mi tolgo la corona e indosso scarpe a punta, guarda l’orfana reale, si è annoiata a morte». Se le parole sono pietre, arrivano dritte e puntute quelle di «Formica», esordio firmato (per Sony) da Angelina Mango, 20 anni, anima ancorata al Sud dove è nata e cresciuta fino all’adolescenza ma presente e futuro proiettato da Milano, dove vive e lavora.

Angelina è figlia di Mango, artista che ha lasciato una traccia personalissima nella musica d’autore italiana, e di Laura Valente, interprete di strepitosa vocalità. Un mix di urban e trap dove affiora una melodia levantina, soffia ancora ma con delicatezza il vento che attraversava la sua casa di Lagonegro, in Basilicata, che ogni giorno viveva di note. Ma Angelina mette le mani avanti, non vive di lasciti, semmai di esempi. «Credo che “Formica” sia frutto della ricerca di una mia lingua musicale che ho finalmente messo a fuoco, che motivo ci sarebbe stato di proporre il già proposto?».

La traccia di «Formica» è autobiografica: c’è il senso di una perdita e di una rinascita.

«È il senso degli affetti. Scrivendo si finisce sempre per parlare di sé. Forse per pacificarsi. È frutto di autoanalisi, un’operazione di sincerità. Questo mestiere non ammette bluff».

Le radici lucane sono ancora ben salde con i loro valori.

«Certo, lì ho vissuto fino ai 15 anni. Ma i valori te li trasmette la famiglia, non un luogo.

Nel pezzo c’è anche Milano, la città che mi ha accolta, dove mi sono diplomata (al liceo artistico, ndr.), che mi dà la possibilità che la passione diventi mestiere. E che mi regala pure nuovi affetti, nuove amicizie».

Una strada già tracciata la sua?

«Uno sbocco naturale se cresci in una casa in cui la musica è necessità quotidiana».

Mamma Laura cantante, il fratello Filippo batterista: chi è stato il giudice più severo?

«Nessun giudice. Mi hanno promossa. Per fortuna abbiamo gusti affini».

Lanciato il disco, c’è la prova del nove dei live.

«L’ho affrontata in parte la scorsa estate. Per fortuna anche lì la spontaneità ha vinto».

Papà era poligrafo: oltre a comporre canzoni scriveva poesie, racconti, riflessioni. La figlia segue la scia?

«Butto giù tutto su carta anch’io. Ho cominciato scrivendo testi di vario genere, metterli in musica è stato naturale».

Se un giorno le chiedessero di cantare una cover di Mango, quale brano sceglierebbe?

«Non penso che accetterò mai. Bisogna saper scindere i sentimenti personali dalle ragioni artistiche».

Ma una playlist Angelina ce l’avrà.

«Non è una playlist, sono emozioni legate ai ricordi. Ed è tutto chiuso nel cuore».


Ultimo aggiornamento: Giovedì 13 Gennaio 2022, 13:47
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