Il ritorno di Alvaro Soler: «Un anno strano, ho avuto più tempo per riscoprire la “magia” del fare musica»

Il ritorno di Alvaro Soler: «Un anno strano, ho avuto più tempo per riscoprire la “magia” del fare musica»

di Totò Rizzo

I fans si erano un po’ angustiati lo scorso anno. Ma come? Niente tormentone? Forse non era il caso, negli orribili mesi dello scoppio della pandemia. Ma, a dire il vero, ancor prima che arrivasse il virus, Alvaro Soler aveva deciso di prendersi un anno sabbatico. Più tempo per creare la sua musica ma anche per ascoltare quella degli altri, per tornare a casa a godersi la famiglia invece che fare un check-in in aeroporto alle cinque del mattino e un’intervista due ore dopo appena sbarcato in un qualunque posto del mondo. Adesso però – nonostante l’emergenza sanitaria sia tutt’altro che finita – Soler, principe catalano di quel latino-americano che è internazionalmente considerato tra i Paesi di Bengodi degli ascolti, delle vendite e dei concerti, vuole lanciare un messaggio di speranza, un bengala rosso d’ottimismo ed è già nelle orecchie di molti il singolo Magia che ha avuto scalata facile nelle top e prelude all’uscita dell’album omonimo nel prossimo luglio.

«È stato un anno strano ma importante – racconta – sono saltati tutti i piani, dagli abbracci ai miei cari ai viaggi che avevo progettato. Però, chiuso in casa, ho scritto molto, ho lavorato come mai avevo fatto prima, mi sono regalato un tempo che quasi non sapevo esistesse più, da quando i produttori mi dicevano “chiuditi in casa e scrivi una hit in tre giorni”. Ne ha guadagnato, credo, la mia creatività. Ad esempio: nell’album ho inserito un pezzo dove c’è il flauto colombiano che avevo comprato anni fa a Bogotà, ho finalmente imparato a suonarlo, un lusso che non mi sarei potuto concedere prima».

Anche il nuovo album risente di questo respiro più profondo di riflessione.

Puntualizza Soler: «Diciamo che è un giusto equilibrio tra l’Alvaro che i fans conoscono di più e un altro un po’ più malinconico, forse per qualcuno di loro addirittura inedito. C’è un Alvaro solare, fortemente ritmico, e un altro più tranquillo. Certo, so bene che l’anno scorso è mancato il “tormentone” e il fatto che la gente che mi segue ne abbia sentito l’assenza onestamente mi ha stupito. Non pensavo si fosse creato questo legame così forte, specie col pubblico italiano. Anche se io da voi, come ha detto qualcuno, vengo scongelato in estate per il pezzo ballabile e ricongelato in inverno, quando invece scongelate Bublé per Natale».

Adesso, col disco in uscita, c’è ovviamente la voglia di tornare ai live. «Quest’ anno di assenza dal palco ha fatto capire a noi artisti ancora di più quanto sia importante il contatto fisico con i nostri fans. Ho una voglia incredibile di rimettermi a suonare dal vivo, non c’è nessun Instagram che possa sostituire questa emozione. Certo, si dovrà vedere di Paese in Paese, a seconda dei limiti di pubblico previsti dalle norme sanitarie. In Italia sono già state fissate due date nel 2022: il 7 e l’8 marzo, a Milano e a Padova. Qui in Spagna dovrei cantare a Barcellona (la sua città, ndr.) il prossimo 25 giugno. E in Germania ci sono cinque appuntamenti particolari: dovremmo fare dei concerti pic-nic, nei parchi, con la gente sdraiata sui prati. Chissà che non sia un’idea vincente».


Ultimo aggiornamento: Giovedì 15 Aprile 2021, 16:30
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