Achille Lauro e il nuovo album "1969": «Ora ho voglia di parlare a tutti»

Achille Lauro e il nuovo album "1969": «Ora ho voglia di parlare a tutti»

di Luca Uccello
Achille Lauro ricomincia dal 1969. «Per l’umanità gli anni 60 e 70 sono stati i più importanti a livelli creativo, c’era voglia di cambiamento e di libertà ed è quello che stiamo inseguendo». Una stagione di grandi innovazioni con quattro icone in copertina: da James Dean a Marilyn Monroe, da Jimi Hendrix a Elvis che «ha contaminato la mia musica». Un anno ricco «di tanti avvenimenti che rappresentano molto per me e per questo disco, il brano omonimo, in particolare, segna il mio riscatto personale. Un brano in cui parlo a mia madre: “A ma’ hai visto? Che ti dicevo che dovevi fidarti di me?”. Una canzone già scritta prima del Festival».
Il suo 1969 è un disco dove si respira nuovamente leggerezza, ma anche una profonda malinconia. «Tutti passano momenti difficili, ma io sono riuscito a fermarli, a trasformarli in canzoni. Sono fortunato perché sono riuscito a prendere le mie sensazioni e il mio passato e farne una carriera. Ma io sono un operaio del successo, ho lavorato a tutto questo senza mai dormire negli ultimi sette anni».

Inevitabile tornare su Sanremo, sul brano Rolls Royce e su tutte le polemiche che ne sono nate. «Avermi messo in bocca queste parole, questo significato (l’allusione alle droghe, ndr), mi ha fatto male. Fortunatamente sono riuscito a pensarci poco, perché il giorno dopo Sanremo ero già in studio a completare questo progetto». La droga? «È un problema reale e pericoloso e chi lo affronta con così tanta superficialità mi fa capire che non lo conosce. Se avessi voluto scrivere un brano sull’argomento, non avrei avuto problemi a farlo».

In tutto questo periodo di rapidi cambiamenti «la mia anima non è cambiata, cerco di trasmettere sempre qualcosa. Sono sempre stato outsider in tutti i generi che ho provato e testato». Dopo aver raggiunto un certo tipo di pubblico, ora il cantante romano vuole provare a crescere: «C’è la voglia di parlare a tutti, di rimanere». La prima volta a Sanremo, un nuovo album e ora, forse, una nuova avventura come giudice di X Factor 13. «Mi piace che ci sia questa attenzione nei miei confronti, spero di poter collaborare con X Factor perché in questi anni ho fatto anche il talent scout e il management e mi è sempre piaciuto occuparmi di nuovi artisti. Mi divertono poi le esperienze televisive, specialmente quando sono vicine al mio lavoro». Da giugno, con data iniziale al Nameless Music Festival, partirà il suo tour, che si concluderà a Napoli a metà ottobre: «Oggi mi sento al posto giusto al momento giusto».
Ultimo aggiornamento: Venerdì 12 Aprile 2019, 09:00
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