Masterchef al via, Cannavacciuolo: «In tv mi diverto, in cucina penso solo alla perfezione»

Masterchef al via, Cannavacciuolo: «In tv mi diverto, in cucina penso solo alla perfezione»

di Rita Vecchio

 «Quando il pilastro sacro sono amore e famiglia, non puoi cambiare se non in meglio. La famiglia è stato ed è il mio punto di forza». Con quel suo sorriso affabile, con quella cadenza napoletana che gli presta la battuta sempre pronta e quella giacca bianca con ricamato il suo nome, Antonino Cannavacciuolo risponde deciso alla domanda se e come la televisione lo avesse cambiato. Volto importante di Masterchef, il programma in onda su Sky Uno e in streaming su NOW, è l’eccezione che conferma la regola più stellata in cucina. Cannavacciuolo è il dodicesimo che sale sull’Olimpo Michelin degli chef italiani con il ristorante Villa Crespi a Orta San Giulio. Stelle che diventano 7 se si sommano il bistrot di Novara, di Torino e i due resort Laqua by the Sea e Laqua Countryside.

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Sostiene di non essere stato cambiato dalla tv. E che dice invece, delle tre stelle appena prese?
«Significa lavorare per fare ancora meglio. È come se avessi la consapevolezza, più di prima, che non posso deludere chi mi ha dato fiducia. Mia moglie Cinzia mi rimprovera perché non mi godo il presente. Ma per me ogni premiazione è un punto di partenza».
In 47 anni, di cui 30 in cucina, ha avuti tanti punti di partenza.
«Il piatto è studio, è ricerca, è un derivato di ingredienti che ami. La complessità non è tanto inventare un piatto, quanto migliorare quello che già esiste. La difficoltà è lavorare non pensando di aver raggiunto la perfezione, ma continuando a ricercarla».
L’arte vuole curiosità. Lei come la mantiene viva? Viaggia, ascolta musica…
«Non le so rispondere. È una conseguenza naturale dell’attaccamento a questa giacca bianca che indosso (la mostra, ndr). Un amore-odio senza cui non posso vivere».
Nella cucina c’è un prima e un dopo Masterchef. Come si sono evoluti gli aspiranti chef?
«C’è stato un momento in cui si pensava alla celebrità, ma in questa edizione ci sono i ragazzi che davvero vogliono fare i cuochi. Masterchef ha lanciato un linguaggio per tutti, ma è il primo step. I ragazzi devono viaggiare e fare esperienza, anche all’estero. E poi magari tornare. L’Italia è il paese culinario più interessante al mondo. E non lo dico per nazionalismo».
Lei come ha iniziato?
«Mi ritengo figlio d’arte. Mio padre faceva lo chef. A lui devo il rigore e il rispetto delle regole. A casa mia, gli avanzi del pranzo si consumavano la sera. Non si buttava nulla. Il cibo non si spreca».
Lei però è l’eccezione che conferma la perfezione che in tv, spesso, è trascurata a favore del format.
«Amo stare al ristorante, non lo vivo come un lavoro. Sto chiuso ore a provare, a ricercare, a sbagliare, a inventare. Per me è magia. Si figuri che registro le puntate quando Villa Crespi è chiuso».
Con Barbieri e Locatelli, sembrate un trio comico affiatato. È copione?
«Di solito in tv si finge, è vero.

Ma qui le assicuro che di finto non c’è nulla. Noi tre stiamo davvero bene insieme, non solo davanti alle telecamere. Il motto comune è divertiamoci!».


Ultimo aggiornamento: Venerdì 23 Dicembre 2022, 13:42
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