Giada alle Iene: "Io, abusata dal maestro di karate a 12 anni. Mi infilava la mano nei pantaloni..."

Giada alle Iene: "Io, abusata dal maestro di karate a 12 anni. Mi infilava la mano nei pantaloni..."

di Simone Pierini
Giada oggi ha 21 anni, è una ragazza sorridente e coraggiosa. Ma è una delle vittime del maestro di karate, Carmelo Cipriano, 42 anni, accusato di aver abusato di sei bambine nella sua palestra. 

Durante un servizio delle Iene a cura di Matteo Viviani, Giada racconta la sua storia nel dettaglio. "Ero una ragazza molto timida, non avevo molti amici. Il karate mi aiutava a socializzare con i miei coetanei, mi allenavo 7 giorni su 7. La palestra era sua, ha costruito grande fiducia con me e con la mia famiglia. Faceva vedere ai miei genitori che si era affezionato me. Poi è diventato qualcosa di più". 
 

"Quando avevo 12 anni abbiamo organizzato un pigiama party - dice Giada - lui si è messo vicino a me e mi ha infilato una mano dentro i pantaloni. Io non sapevo cosa significasse questo gesto. Lui mi disse di non dirlo a nessuno e io così ho fatto". 

"Prima si è avvicinato - raccontando ogni passo del primo vero approccio - mi ha messo una mano sulla pancia e poi mi ha infilato la mano nei pantaloni. Io a 12 anni non sapevo nulla in materia. Voleva arrivare a masturbarmi, ho provato fastidio e vergogna. Ma io non potevo contraddire il mio maestro. Il maestro di karate pretende rispetto. Lui diceva 'tu fai e non controbbattere'. Ai miei genitori non ho detto nulla, il discorso sesso con loro era tabù". 

Poi passa qualche mese e il maestro alza il tiro. "L'estate successiva i miei genitori sono andati in vacanza, io sono rimasta a casa perché mi ero rotta la gamba. Lui mi ha detto: 'ti aiuto io a fare riabilitazione'. A 13 anni andavo in palestra e mi faceva i massaggi. Poi ha iniziato a cercare di baciarmi, a prendermi la mano e metterla sul suo inguine. Confondevo questo gesto col fatto che mi volesse bene. Mi diceva che ero speciale, che ero la persona più importante della sua vita. Ma io associavo il fatto che se una persona mi voleva bene io dovevo fare certe cose". 

"Lui voleva che gli dicessi che lo amavo - prosegue - Ma a me non veniva spontaneo dirlo. Era geloso, non voleva che stessi con i miei amici o che parlassi con i ragazzi. Si era attaccato a me, era ossessivo, mi controllava il telefono". 

"Dal momento che era diventato morboso mi diceva: 'se tu dici qualcosa a qualcuno io ti rovino la vita, io ti uccido'. Giocava sui miei sensi di colpa per fare ciò che diceva lui. Masturbazione, sesso orale. Mi costringeva a farlo su di lui e si arrabbiava quando io mi mostravo titubante, era aggressivo. Per me lui era il maestro. 

Poi le minacce. "Se tu lo dici ai tuoi genitori loro non ti faranno uscire di casa". "Avevo una migliore amica ma non riuscivo a dirlo neanche a lei", dice Giada.

Poi il primo tentativo di arrivare al sesso. "Avevo 13 anni, palestra chiusa. Mi ha preso, ha messo giù il materassino e mi ha detto: 'ti faccio vedere come si fa'. Non sono riuscita perché avevo paura e non volevo. Lui non è riuscito nel suo intento. Ma la verginità l'ho persa qualche giorno dopo". 

Poi la seconda volta, la terza, la quarta. "Per me era sempre orribile, mi sgridava, mi diceva che ero frigida. Mi mandava a casa che piangevo. Mi faceva male. A 14 anni mi ha chiesto di fare una cosa a tre. Ha coinvolto altri due uomini per un rapporto completo e un altro per la masturbazione. Non capivo più niente e speravo finisse presto. Avevano più di 40 anni e io per loro ero un bambolotto". 

Poi la fine. "A 17 anni ho capito che non potevo più andare avanti così, mi facevo del male da sola, tagli sulle braccia. Gli ho detto basta. Lui voleva uccidersi ma io gli ho risposto: non mi interessa". E quel giorno finisce tutto. 

Poi la prima confessione. "Ero col mio compagno. Dallo stanzino vedo uscire lui con un'altra ragazzina di 15 anni, e allora ne ho parlato col mio ragazzo...". Pochi mesi fa si è confidata con i suoi genitori. "Io gli dico che non è colpa loro, ma loro vivono questa vicenda con enormi sensi di colpa. Ma loro non mi hanno mai fatto mancare nulla. Io sono sempre stata una ragazza sorridente e lui non mi toglierà mai il sorriso. Non ho nulla di cui vergognarmi. Ciò che mi dispiace è che molti miei amici mi evitano e non mi credono. Dicono che sono una zoccola".  
Ultimo aggiornamento: Giovedì 7 Giugno 2018, 16:21
© RIPRODUZIONE RISERVATA