Le Iene: «Mascherine fornite al policlinico dalla ditta della moglie di Sileri». Il viceministro risponde così

Le Iene: «Mascherine fornite al policlinico dalla ditta della moglie di Sileri». Il viceministro risponde così
Pierpaolo Sileri, il viceministro della Salute (contagiato e poi guarito dal coronavirus) al centro di una polemica infinita dopo un servizio de Le Iene. La trasmissione Mediaset aveva infatti parlato di una partita di mascherine, fornita all'Umberto I di Roma dall'azienda in cui lavora la moglie del medico e viceministro, Giada Nourry.

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L'episodio risalirebbe ai primi di marzo: il policlinico romano aveva appena acquistato una partita di mascherine dall'azienda per cui lavora la moglie di Sileri, ma quei prodotti sarebbero disinfettabili e non sterilizzabili (il che aumenterebbe il rischio di contagio per gli operatori sanitari a contatto coi pazienti). Secondo Filippo Roma e Marco Occhipinti, due autori e inviati de Le Iene, a concordare personalmente quella fornitura sarebbe stata la moglie di Pierpaolo Sileri. La gara era stata indetta nel 2017, l'accordo raggiunto nel settembre dello scorso anno, pochi giorni dopo la nomina a vice di Roberto Speranza. Il viceministro, però, si è difeso così: «Mia moglie è una semplice impiegata, non è una rappresentante che fa promozione degli articoli». Una circostanza che però sarebbe stata smentita da altri due agenti rappresentanti aziende concorrenti di quella in cui lavora Giada Nourry.

Già dopo un primo servizio de Le Iene, un responsabile degli acquisti dell'Umberto I aveva accusato gli inviati del programma di aver violato la privacy e di aver diffuso informazioni false. Pierpaolo Sileri, dal canto suo, aveva promesso di segnalare ai Nas la lista completa delle ditte che avevano fornito quelle mascherine, ma a distanza di oltre un mese non si sa ancora nulla. «Chiedete alla ditta, se hanno sbagliato, fategli il c...o ma io di queste cose conosco zero. Se pensate una cosa del genere, pensate troppo male», aveva commentato Sileri.
La moglie del viceministro, contattata telefonicamente, aveva provato a difendersi così: «Ero incinta, all'ottavo mese: vi sembra che potevo andare in giro, con il caldo, a fare promozione ai prodotti? Ho un lavoro da impiegata di ufficio però siccome nelle gare devi indicare il nominativo di un referente, hanno messo me».

Una nuova risposta di Pierpaolo Sileri è giunta poco prima della messa in onda dell'ultimo servizio de Le Iene sul caso delle mascherine. «Mia moglie è una semplice impiegata dal 2008, già il giorno dopo il blitz, svoltosi col classico taglio sensazionalista, ho fornito tutte le informazioni necessarie. Filippo Roma per giorni ha pedinato una madre incinta di sette-otto mesi, senza alcuna pietà, nonostante avesse già ricevuto tutti i documenti e le spiegazioni del caso» - ha spiegato il viceministro della Salute, esponente del M5S - «Al nostro matrimonio c'erano 200 persone, è lì che ho conosciuto i datori di lavoro. Mia moglie è anche una c...a perché nel contratto di lavoro c'erano 1300 euro al mese».

Il caso ha scatenato le proteste delle opposizioni. Maurizio Gasparri, senatore di Forza Italia, ha commentato così: «Siamo garantisti e concediamo a Sileri l'onere della prova, ma quelle forniture sono state concordate subito dopo la sua nomina a viceministro. Non vogliamo accusare nessuno ma questo dimostra ciò che avevamo già capito: l'inadeguatezza di Sileri, una delle tante nullità espresse dal mondo grillino. Dia spiegazione lui stesso su questo conflitto di interesse da parte di chi sul conflitto di interesse, i grillini, ha costruito una storia e una carriera».
Ultimo aggiornamento: Mercoledì 22 Aprile 2020, 12:32
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