Che cosa succederà ora alla Rai?

Che cosa succederà ora alla Rai?

di Marco Castoro

Con il governo Draghi che abbraccia tutti i partiti – tranne Fratelli d’Italia di Giorgia Meloni – viene da chiedersi se nei confronti del premier ci saranno pressioni per avere più poltrone in Rai. Alla luce del fatto che mancano pochi mesi alla scadenza del mandato dell’a.d. Salini e della governance. Che cosa potrebbe decidere Draghi?

All’orizzonte le soluzioni più gettonate sono una proroga del mandato per altri sei mesi, oppure scegliere un tecnico fedelissimo della sua squadra che gestisca l’azienda. Il primo caso appare il più plausibile. Prendere tempo e lasciare il compito del rinnovo a chi vincerà le elezioni politiche sembra cosa buona e giusta. Anche perché la coalizione di maggioranza dopo il voto si troverebbe una governance all’inizio del mandato, quindi imposta e difficile da cambiare. E come si sa bene la Rai è la prima delle lottizzate dai partiti.

Con la proroga Draghi uscirebbe dall’impasse. E lascerebbe l’ingrato compito a chi arriverà dopo di lui.

La seconda ipotesi è più complessa. Perché è vero che un tecnico alla Gubitosi forse servirebbe all’azienda – tuttavia – non sarebbe facile convincere un manager di alto profilo ad accettare l’ingaggio con il tetto di 240 mila euro l’anno. E poi si rischia che guardando troppo il bilancio si perda di vista il prodotto e i contenuti che ancora oggi permettono alla Rai di essere leader tra le generaliste.

Chissà, magari i partiti – soprattutto quelli che sono entrati nella coalizione di Draghi e attualmente non hanno nessuna direzione in Rai – potrebbero accontentarsi di un rimpasto della governance, ottenendo una poltrona in una rete o in un tiggì.  


Ultimo aggiornamento: Domenica 28 Febbraio 2021, 07:38
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